Zaman al-Wasl (04/05/2014). Traduzione di Claudia Avolio.
In copertina, “Homs” (2012) – A volte le parole non bastano, dal blog Graphic Anthropology
Attivisti siriani di Homs hanno diffuso un video dalla satira tagliente in cui, attraverso i toni macabri di un certo tipo d’umorismo, ripercorre due anni trascorsi in un paralizzante assedio militare e sotto bombardamenti frequenti. Il video caricato su YouTube si intitola “Bayan Rasmiy” (Comunicato Ufficiale), e si sviluppa in una serie di comunicati videoregistrati che prendono spunto da quelli che i gruppi armati siriani sono soliti rilasciare, con un comandante che legge un proclama mentre dietro di lui i combattenti imbracciano armi.
Nella prima di queste note ci troviamo all’inizio delle rivolte, i combattenti assicurano che rovesceranno il presidente Bashar al-Assad in un video amatoriale punteggiato di risate e papere. Ma con l’assedio che si fa più serrato, le note seguenti mostrano sempre meno combattenti, mentre parlano in uno scenario di edifici bombardati e chiedono aiuto alla comunità internazionale e ad altri ribelli. A un certo punto, il capo del battaglione dà ai combattenti che si trovano fuori dall’assedio “48 ore (…) per muovervi dalle vostre sedie, i vostri pulpiti e da dietro i vostri laptop”.
Mesi dopo, però, niente è cambiato, se non che tre dei membri del battaglione sono morti e altri due se ne sono andati. Il video, della durata di 7 minuti, è stato diffuso venerdì scorso da un gruppo chiamato Boq’a Daw Homsiya (Un Riflettore da Homs) ed è già stato visualizzato oltre 12 mila volte. Un attivista di Homs ha detto alla France Press che il video è stato realizzato all’interno dei quartieri sotto assedio della città, nota come la “capitale della rivoluzione”. Non è chiaro se gli uomini del video nella realtà siano combattenti o civili.
Il governo e i ribelli stanno al momento mettendo a punto un accordo che vedrebbe gli ultimi combattenti d’opposizione lasciare le aree della città rimaste sotto il controllo dei ribelli, segnando un doloroso e simbolico colpo nei confronti della rivolta contro Assad. La scena finale del “Comunicato Ufficiale” mostra il capo del battaglione rimasto da solo con un combattente che ha la testa fasciata in una benda bianca, troppo debole per alzare il fucile d’assalto dal suo grembo.
“Annunciamo che non annunceremo più nulla da oggi in poi, perché non abbiamo più carburante, perciò non possiamo caricare altri comunicati,” dice il capo del battaglione. “Tutto ciò che ci rimane è la nostra resistenza. E tutto ciò che rimane a voi sono le vostre promesse e il vostro tradimento. La Storia ci è testimone”.
Guarda il video satirico dei ragazzi di Homs
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