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A un anno dall’accordo di “resa”… qual è stato il prezzo?

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È passato un anno dall’accordo firmato tra il regime siriano e svariati leader dell’opposizione; l’articolo prende in esame la situazione attuale in relazione a tale accordo

Di Samir al-Saadi. Al-Modon (07/07/2019). Traduzione e sintesi di Lorenzo Doglioni.

Domenica 7 luglio ha segnato il primo anniversario della resa alle forze del regime siriano di Bashar al-Assad, nel contesto dell’”accordo”.

Non è ben chiaro il ruolo di alcuni leader delle fazioni d’opposizione nel contesto dei negoziati, né sono chiare le modalità in cui avrà luogo lo scambio previsto.

Il potenziale militare dell’opposizione nel sud avrebbe permesso loro di dare del filo da torcere al regime, in modo da migliorare i termini dell’”accordo”, che continua a riflettersi negativamente sulla regione.

Sono iniziati, quindi, i negoziati per un armistizio, per poi consegnare Daraa al regime da quando i leader dell’opposizione meridionale sono tornati dalla Giordania nel giugno 2018. Alcuni di essi erano assenti dal campo di battaglia da quando se n’erano andati dalla Siria nel 2015, come, ad esempio, il rappresentante politico dell’Esercito siriano libero Bashar al-Zoubi.Al-Zoubi, in un video del 30 giugno 2018, invitava le varie fazioni a resistere al regime e al suo alleato russo. In precedenza, tuttavia, aveva incontrato una delegazione russa ad Amman ed era consapevole di cosa sarebbe successo nella regione. Cosa l’ha spinto, quindi, a questa richiesta?

Secondo un leader del Fronte del Sud, i russi hanno espresso interesse a formare una fazione con Ahmed al-Awda, il che ha scatenato la rabbia di al-Zoubi, poiché sarebbe stata una rottura dei suoi accordi con i russi.

Le discordanze tra al-Zoubi e al-Awda sono costate decine di morti agli abitanti della regione. La rappresentate del regime nei negoziati, la giornalista Kenana Hawija, teneva sotto stretta osservazione la divisione all’interno dell’opposizione e aveva persino alcune informazioni riguardo il numero di elementi in ciascuna fazione del Fronte del Sud, il passato dei leader, le loro relazioni dentro e fuori della Siria e le armi e munizioni in loro possesso.

Un leader dell’opposizione che ha partecipato al quinto e sesto giro di negoziati che si è tenuto nella città di Bosra al-Sham ha dichiarato che Kenana Hawija ha contattato dal suo telefono una serie di leader di diverse fazioni nelle campagne di Daraa occidentale, dopo il tentativo di alcuni rappresentanti dell’opposizione di prendere tempo e posporre la consegna di armi pesanti, con il pretesto di discutere la questione con le fazioni della regione occidentale. Alcuni membri dell’opposizione, per questo, chiamano l’accordo “accordo Hawija”.

Hawija ha anche aiutato alcuni oppositori a uscire dalla Siria. Alcune regioni hanno garantito che anche i partecipanti ai negoziati potranno andarsene in Giordania dopo aver firmato l’accordo con il regime. Dozzine di leader delle varie fazioni e quelli che hanno rifiutato l’accordo tra i militanti e i civili del nord liberato se ne sono andati in Giordania.

Dopo essersi assicurati protezione a seguito dell’accordo, svariati leader di alcune fazioni hanno investito i soldi guadagnati durante la guerra in imprese commerciali, principalmente in Giordania e Turchia.

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