(Agenzie). Il funzionario dell’Unione europea che ha condotto i colloqui con la Turchia sulla crisi dei migranti si è detto “fortemente incoraggiata” dall’incontro con il Primo Ministro Ahmet Davutoglu in cui le due parti hanno discusso un programma di reinsediamento volontario per i rifugiati siriani.
All’incontro, tenutosi presso l’ambasciata austriaca a Bruxelles prima di un vertice UE più ampio, hanno partecipato i leader europei quasi una dozzina, tra cui il cancelliere Angela Merkel, che conta su Ankara per arginare il flusso di centinaia di migliaia di siriani dalla Turchia verso la Grecia e poi in Germania e altri paesi dell’UE.
La Germania, di gran lunga la prima destinazione per i richiedenti asilo in Europa, è stata la forza trainante dietro l’idea del reinsediamento volontario, dicendo che avrebbe aiutato la Turchia, così come gli Stati membri dell’UE ad avere un maggiore controllo su chi vuole arrivare in Europa.
Questo provvedimento è legato a un accordo più ampio con la Turchia in base al quale Ankara dovrebbe evitare la parte dei migranti verso la Grecia in cambio di 3 miliardi di euro da parte dell’UE.
La posizione dell’UE ripone al centro della discussione il ruolo della Turchia all’interno del panorama mediorientale. L’accordo infatti assegna al Presidente turco Erdogan una funzione molto importante nella geopolitica dell’area non tenendo conto dei rapporti non del tutto chiari dell’autorità turca con il gruppo islamista Daesh.
Una ricerca pubblicata dall’Istituto di studi per i diritti umani della Columbia University, mostrerebbe prove del supporto militare, logistico e finanziario delle Turchia verso le forze di Daesh, forza islamista che controlla ampie zone della Siria e dalla quale fuggono la maggioranza dei migranti che cercano di raggiungere l’Unione Europea.
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