Al-Quds (22/08/2012). Traduzione e sintesi di Cristina Gulfi
Il 21 agosto è ricorso il 43esimo anniversario del rogo della moschea al-Aqsa, dopo circa due anni dall’occupazione israeliana dei territori palestinesi. Il mondo musulmano fu scosso da questo crimine ancora avvolto nel mistero, salvo l’accusa di infermità mentale per Michael Rohan.
Gli abitanti di Gerusalemme diedero prova di grande solidarietà nello spegnere le fiamme, arrivate fino all’altare di Nur Al-Din. Tuttavia, questo tragico evento ha aperto ferite e rivelato intenzioni che negli sono state rese sempre più chiare dalle dichiarazioni e dalle pratiche israeliane, come gli scavi nei pressi della moschea e sotto le case della gente fino a minacciarne il crollo e rivendicarne la proprietà.
Nel tempo, Al-Aqsa ha subito altri attentati, come quello di Harry Goodman, il soldato israeliano che nel 1982 uccise due fedeli musulmani e ne ferì decine. Molti altri palestinesi sono morti per difendere la moschea e il diritto dei musulmani a quel luogo sacro. Poi, nel 2000, Ariel Sharon, allora leader dell’opposizione israeliana, con la sua controversa visita innescò la scintilla della seconda intifada.
Le provocazioni da parte di organizzazioni ebraiche sotto il controllo della autorità israeliane sono continuate come pure i tentativi di assalire la moschea. Il gruppo dei “Fedeli del Monte del Tempio” ha addirittura provato a porre le fondamenta del loro nuovo edificio religioso.
Non bisogna dimenticare che Al-Aqsa è uno dei punti di riferimento della fede musulmana poiché secondo il Corano è il luogo di ascensione del profeta Muhammad. Gerusalemme, inoltre, rappresenta la prima delle due qible e il terzo luogo sacro. Ogni violazione di questa moschea non è solo una provocazione nei confronti dei palestinesi e degli abitanti di Gerusalemme, ma un oltraggio a tutto il mondo musulmano.
Secondo gli accordi e le leggi internazionali, le autorità israeliane hanno la responsabilità di preservare lo status musulmano di Al-Aqsa e la sacralità di quest’area. Le conseguenze di ogni tentativo di cambiamento sono imprevedibili, specialmente in un momento di tensione come questo che sta attraversando il mondo arabo.