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Il sistema elettorale americano e la democrazia libanese

Libano bandiera libanese
L'ascesa al potere di Donald Trump alimenta un nuovo dibattito in Libano

Di Eyad Abu Shakra. Asharq al-Awsat (24/01/16). Traduzione e sintesi di Alberto Claudio Sciarrone.

Il nuovo presidente americano ha preso ufficialmente il potere da pochi giorni dopo una lunga campagna elettorale faccia a faccia contro il candidato democratico, Hilary Clinton. Mentre l’America ha scelto il futuro successore di Obama, in Libano sorgono proteste con la richiesta di una nuova legge elettorale, innescando un acceso dibattito in tutto il Paese.

Gli Stati Uniti sono un Paese federale e il loro sistema elettorale prevede che i cittadini scelgano i “grandi elettori” che faranno parte del Congresso americano votando nel proprio Stato. Il numero di senatori e i deputati assegnati ad ogni Stato è stabilito in proporzione agli abitanti, con i più popolati che hanno un peso maggiore sull’esito delle elezioni. Il Congresso americano è costituito dalla camera dei Rappresentanti – dove sono presenti i rappresentanti in base alla maggioranza numerica – e dal Senato, dove per ogni stato sono presenti due senatori indipendentemente dal numero degli abitanti e che rispecchia il valore dell’uguaglianza degli stati membri. Questa formula ha contribuito a rendere il sistema politico americano uno dei migliori al mondo, tanto da attirare migliaia di immigrati da ogni parte del globo nel corso dei secoli.

Il Libano è invece un’entità completamente diversa dagli Stati Uniti e la sua popolazione è molto eterogenea: nel Paese sono presenti infatti circa 17 minoranze religiose fra cristiani maroniti, drusi, sunniti e sciiti. La legge elettorale ha sempre tenuto conto di questo elemento, garantendo una distribuzione dei seggi su base comunitaria, in proporzione alle dimensioni delle comunità in ciascun distretto elettorale. Inoltre in base alla legge, il presidente della Repubblica appartiene ai cristiani maroniti mentre il premier alla componente sunnita. Questo compromesso ha permesso il raggiungimento e il consolidamento di un equilibrio per diversi anni ma oggi, dopo la formazione di un nuovo governo, è nata una disputa per cambiare l’attuale legge elettorale, mal digerita da ogni fronte politico e dalla popolazione che chiede un nuovo approccio alla vita politica.

La differenza tra gli americani e i libanesi e che i primi hanno imparato dalle diverse esperienze e dai loro sbagli, mentre la classe politica libanese ricade negli stessi errori che la accompagnano oramai da anni, il più importante dei quali è l’immobilismo politico.

Eyad Abu Shakra è caporedattore del giornale panarabo Asharq al-Awsat.

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