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Siria, l’Isis giura di intensificare la lotta contro la coalizione internazionale e i curdi

Asharq Al-Awsat (13/08/2019)  Traduzione e sintesi di Katia Cerratti

Il fuoco della battaglia tra noi e loro si è riacceso e si intensificherà”.

Con questo proclama rivolto ai suoi “soldati” in Siria, a Raqqa, Damasco, Idlib e in altre regioni, il gruppo terroristico ISIS ha giurato di intensificare la lotta contro la coalizione guidata dagli Stati Uniti e i suoi alleati curdi nella Siria orientale. Si tratta della seconda minaccia lanciata dopo il tracollo del marzo scorso.

In un video pubblicato sul suo canale Telegram, l’Isis ha anche accusato i paesi della coalizione di ingannare i suoi avversari locali, inclusi i curdi, affermando che essi “sono stati gettati tra le fiamme di una feroce guerra che li lascerà senza coda o testa”. Il video include decapitazioni e sparatorie mortali a distanza ravvicinata di persone mostrate come combattenti curdi rapiti. Il gruppo terroristico inoltre, a fine aprile, poco dopo aver rivendicato attacchi mortali in Sri Lanka, ha pubblicato un video in cui appariva presumibilmente il leader Abu Bakr al-Baghdadi, promettendo vendetta e una “lunga battaglia”.

Negli ultimi mesi, l’Isis ha lanciato una serie di attacchi che hanno colpito principalmente le forze curde nelle sue storiche roccaforti nel nord e nel nord-est della Siria.

Il 23 marzo scorso, le Forze Democratiche siriane sostenute dagli USA e guidate dai curdi, avevano annunciato di aver espulso gli estremisti dall’ultima parte del loro territorio nella Siria orientale, la città di Baghouz, dopo mesi di una campagna sostenuta da attacchi aerei della coalizione. Ma nonostante abbiano perso il loro territorio, i combattenti dell’ISIS continuano a lanciare attacchi regolari attraverso la Siria devastata dalla guerra.

Questo mese, un rapporto del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti, ha dichiarato che l’Isis “sta rinascendo” in Siria, mentre ha “consolidato le sue capacità di insorgere in Iraq”. La coalizione guidata dagli Stati Uniti ha affermato che sta sostenendo la SDF nella Siria nord-orientale contro migliaia di lealisti Isis rimasti.

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