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Siria: dove porterà l’islamizzazione?

As-Safir (15/08/2012). Per anni la Francia è stata teatro di scontri tra cattolici e protestanti, ma oggi è un paese in cui gli studenti musulmani, ebrei, cristiani ed altri di diverse religioni convivono senza problemi. Questo è possibile grazie al fatto che la società si basa sul principio di laicità, consacrato dalla Rivoluzione Francese, che ancora oggi permette ai cittadini francesi di professare liberamente il proprio culto. Qui, la separazione della religione dallo Stato non costituisce una contraddizione e tanto meno un mancanza di rispetto nei confronti dei vari rituali, perché la fede è giustamente percepita come qualcosa che appartiene agli individui nel loro privato, non allo Stato.

Al contrario, nei paesi arabi, come la Siria, si esalta il ruolo politico della religione e questo a volte porta a promuovere modelli di estremismo. Lo slogan che caratterizzò l’indipendenza, “Dio, la religione e la patria per tutti”, rappresentava il sogno dei popoli arabi di vedere costituirsi uno Stato moderno fondato sui principi di cittadinanza. Purtroppo nei decenni che seguirono, i regimi dispotici hanno assassinato e confiscato questo sogno e lo hanno usato per servire i propri interessi, impedendo qualsiasi tentativo di innovazione o rinnovamento. Per questo oggi si assiste alla ribellione delle persone che per anni hanno visto l’esperienza politica dei loro paese distorcersi.

In Siria, la primavera araba era un sogno di democrazia, giustizia sociale, pari opportunità e fine della corruzione. In questo momento, il popolo siriano non ha più la facoltà di decidere il suo destino ed il paese è ancor di più un’arena dove si lotta per gli interessi, terreno fertile per classificazioni settarie della società, divisa tra fede e opposizione. Dopo un primo momento in cui gli slogan inneggiavano ad un popolo unito, ora si continuano a leggere ed ascoltare slogan come “Dio, l’islam e basta”. La rivoluzione, che cercava di ribaltare la realtà del paese, è diventata un meccanismo statico che alimenta la legittimazione della sua islamizzazione, fenomeno che emerge non solo dagli slogan, ma anche dai nomi di alcune divisioni del cosiddetto “esercito libero”.

La Rivoluzione Francese ha spianato la strada per stabilire il concetto di Stato civile fondato sul principio di cittadinanza, la più grande lezione delle rivoluzioni moderne. Nel caso della Siria, è troppo tardi per una correzione oppure c’è ancora qualche speranza?

Traduzione di Roberta Papaleo

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Roberta Papaleo

1 Comment

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  • Purtroppo la realtà siriana non è nemmeno lontanamente comparabile a quella che era la realtà francese ai tempi della Rivoluzione. In Siria non ci sono due fronti: i ribelli e il dittatore. In Siria ci sono molti fronti, che al momento combattono il dittatore, ma che appena lo avranno vinto si combatteranno tra di loro.
    La situazione è davvero complessa.

    Io non parlerei di Ricoluzione quanto di vera e propria guerra. Le cose non sono uguali.