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L’Arabia Saudita: la guerra in Yemen e il dilemma delle alleanze

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Nel gioco camaleontico delle alleanze, l’Arabia Saudita è chiamata a ritrovare sé stessa, dopo aver perso il controllo sullo Yemen e averlo consegnato agli storici nemici iraniani.

Di Saleh al-Salqadi. Al-Quds al-arabi (01/12/2017). Traduzione e sintesi di Laura Serraino.

La guerra dichiarata dall’Arabia Saudita alla fine di marzo 2015 non è scoppiata per riportare al potere il presidente legittimo eletto ‘Abd Rabbih Mansur Hadi o per i timori puramente legati alla sicurezza o alla crescente influenza iraniana in Yemen. C’è un’altra ragione: l’uscita dello Yemen nel 2014 dall’egemonia plurisecolare saudita.

Se la questione fosse stata legata solo alla paura dell’influenza sciita e della presenza iraniana ai suoi confini, l’Arabia si sarebbe dovuta impegnare anche in una guerra in Iraq in cui l’Iran è presente effettivamente con le sue truppe, i suoi servizi segreti, la sua ideologia. A questo si aggiunge la minaccia di missili balistici che abbondano in Iraq, a disposizione dell’esercito e delle diverse fazioni pro-Teheran, e il fatto che Riyad è molto meno distante dall’Iraq rispetto allo Yemen. Tuttavia non ho mai sentito che l’Arabia abbia promesso di invadere l’Iraq!

Le primavere arabe, che hanno costituito per l’Arabia Saudita e il Golfo in generale una fonte di fastidio e ansia, hanno dato impulso nella regione alla crescita dell’influenza del movimento dei Fratelli musulmani, considerato un avversario politico e intellettuale. Quando lo Yemen fu interessato da queste rivoluzioni ispirate dai Fratelli fino alla metà del 2014, Riyad chiuse un occhio sull’espansione del movimento Houthi”Ansar Allah” che si mobilitò per contrastare il partito riformatore “Fratelli dello Yemen”.

In questo modo il movimento Houthi si è impadronito di una provincia yemenita dopo l’altra, e si è avvicinato alle tribù della riforma “Hashid”. Il partito riformista conosceva la trappola in cui l’Arabia saudita voleva che cadesse ed è entrato in una guerra totale contro gli Houthi, mentre l’Arabia Saudita ha continuato a incoraggiare l’avanzamento degli Houthi verso Sana’a e le roccaforti degli Hashid e, sotto il tavolo, lo scoppio della guerra tra i suoi rivali, i riformisti della Fratellanza e gli Houthi sciiti. Il partito della riforma, però, è stato più furbo e ha fatto perdere l’occasione all’Arabia Saudita, non mostrando alcuna resistenza militare contro gli Houthi. Di conseguenza, gli Houthi hanno continuato a espandersi in tutte le province del nord rendendo palese all’Arabia il disastro del colpo di stato: lo Yemen non solo è uscito dal suo storico controllo, per la prima volta da decenni, ma è nelle mani del suo acerrimo rivale, l’Iran, attraverso il movimento zaidita.

Una guerra globale è ancora in corso non solo in Yemen, ma ancora di più in Arabia Saudita che lotta per ritrovare sé stessa in un vicolo cieco che l’ha obbligata ad allearsi con il suo precedente acerrimo rivale, i Fratelli dello Yemen, per affrontare un rivale più pericoloso.

Saleh al-Salqadi è un giornalista yemenita.

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