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Il continuo lutto dell’Egitto

egitto bandiera egiziana
Dal blog Egitto in movimento di Ludovica Brignola

Le forze di polizia dell’Egitto sono in stato di massima allerta dopo l’attentato alla cattedrale copta del Cairo. Lo ha annunciato in una nota il ministero dell’Interno egiziano. Il presidente egiziano Abdel Fatah al-Sisi ha promesso nuove dure misure antiterrorismo dopo l’attentato avvenuto contro la cattedrale. “Questa attacco fa male a tutti noi, causa un grande dolore a tutti gli egiziani, ma non potrà mai spezzare il nostro popolo. Chiedo al Governo e al Parlamento di muoversi più velocemente, perché la magistratura non è in grado di combattere il terrorismo in modo incisivo con le leggi attuali. Dobbiamo agire con risolutezza. Ci rialzeremo e saremo più forti di sempre. Resisteremo e vinceremo questa guerra”, ha affermato il Presidente durante il funerale delle vittime dell’attacco.

Daesh (ISIS) ha recentemente rivendicato l’attentato che ha ucciso 25 persone e ne ha ferite oltre 70, all’interno della piccola chiesa di San Pietro e Paolo, adiacente alla cattedrale di San Marco, la più antica chiesa d’Africa nonché sede del Papa di Alessandria. Lo rende noto in un comunicato online il gruppo terroristico, secondo il quale il responsabile della strage sarebbe Abu Abdullah El-Masry. Come si apprende dalla nota, l’episodio farebbe parte della guerra al politeismo avviata dallo Stato Islamico, contro i crociati, in una guerra “necessaria” in quanto svolta in nome di Dio.

In risposta, non sono mancate sui social le dichiarazioni da parte dei cittadini egiziani che si dissociano dalla causa religiosa di questo attentato. Il Grande Imam di Al-Azhar, l’autorità religiosa islamica, ha guidato la delegazione di alto livello del grande Centro Teologico sunnita in visita alla sede del patriarcato copto ortodosso per portare le condoglianze della comunità egiziana. Il leader sunnita ha condannato l’attentato rimarcando che gli attacchi terroristici non fanno distinzioni tra cristiani e musulmani, ma al contrario il bersaglio degli attacchi sarebbe proprio l’unità del popolo egiziano da parte di forze estere.

Dopo quanto annunciato dal gruppo terroristico, il nome dell’attentatore egiziano non combacia con quello che era stato individuato dal Presidente egiziano Al-Sisi, e cioè il ventiduenne Mohamed Yousef, membro della Fratellanza Musulmana, partito illegale in Egitto. Lo ha affermato la sorella durante la trasmissione televisiva Menhwar, dichiarando che invece il fratello è vivo e si troverebbe in Sudan. La nota sarebbe invece congrua con quanto affermato dal ministro degli Interni, il quale aveva dichiarato che l’attentatore era parte di una cellula terroristica di Daesh operativa nel Nord della penisola del Sinai.

In seguito all’attentato, l’amministratore delegato di Careem, il servizio di prenotazione di auto con chauffeur, competitor di Uber, ha incontrato il Papa Copto Tawadros II, proponendo di donare alle famiglie delle vittime e dei feriti 1 sterlina egiziana per ogni corsa svolta in tutto il territorio del Paese. L’offerta di solidarietà arriva dopo che Careem e Uber hanno reso gratuite le corse per donare il sangue.

Questo attentato è l’ultimo di una lunga serie di attacchi terroristici in Egitto cominciati nel luglio 2013 dopo la cacciata del primo Presidente democraticamente eletto, Mohammed Morsi.