Economia Libano Zoom

L’esplosione del porto di Beirut priva il Libano di un’importante arteria commerciale-economica

di Marwan Shalala, Elaph, (05/08/2020). Traduzione e sintesi di Chiara Russo

Il porto di Beirut è un importante snodo commerciale tra Oriente e Occidente e un motore per la crescita dell’economia libanese. La sua distruzione nell’esplosione del 4 agosto priva il tesoro libanese di ingenti entrate. Una fonte di Elaph afferma che Hezbollah aveva completamente preso il controllo di uno degli ormeggi al porto di Beirut, che divenne noto come “Molo della Resistenza”.

Elaph da Beirut: Il 5 agosto, in Libano, il sole brillava su una grande tragedia, la completa distruzione che ha interessato una vasta area di 9 km di diametro – con il porto di Beirut come centro – a causa della grande esplosione avvenuta alle 18 del 4 agosto, definita come la terza in termini di potere distruttivo dopo le bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki in Giappone.

Non c’è dubbio che le perdite umane ed economiche siano ingenti, soprattutto visto che la distruzione del porto di Beirut, stimato per oltre il 90%, priva il Libano e la regione di un’importante arteria commerciale-economica, essendo il più importante porto del Libano e uno dei più importanti del bacino orientale del Mar Mediterraneo.

La porta dell’Oriente

La posizione del porto di Beirut è così strategica che diventò la porta d’Oriente delle merci occidentali. Dalla sua apertura nel 1894, venne utilizzato per importare beni di consumo da tutto il mondo, per essere poi esportati nei paesi del Medio Oriente, del Levante e del Golfo.

Rappresenta una risorsa essenziale del tesoro libanese, grazie alle tasse riscosse sulle importazioni o sul transito delle navi che vi attraccano prima di riprendere il viaggio verso la destinazione finale.

Ha rapporti con 300 porti internazionali e il numero di navi è stimato a più di 3.000 all’anno. Ha 16 ormeggi, molti magazzini e silos per immagazzinare il grano, con le migliori tecniche di stoccaggio.

Motore di crescita

Secondo il sito web del porto di Beirut, è il più grande punto di spedizione e di sdoganamento in Libano, con circa il 70% del traffico commerciale in entrata e in uscita nel paese.

Durante gli anni 2005-2018, il tonnellaggio di carico è cresciuto di un tasso medio annuo del 4,6%, da 4,48 milioni di tonnellate all’anno nel 2005 a 8 milioni nel 2018. Dal 2019, il lavoro del porto ha risentito delle difficoltà economiche del Libano e della diminuzione della domanda interna di consumo. I ricavi totali non hanno superato i 200 milioni di dollari, rispetto ai 313 del 2018.

La porta del contrabbando

Il porto ha un ruolo importante nel contrabbando da e verso il Libano, secondo quanto dichiarato da una fonte di sicurezza a Elaph, soprattutto perché la vera questione è che esso non appartiene allo stato libanese, ma è piuttosto condiviso da un lato da bande di contrabbando che esercitano un’influenza dovuta alle appartenenze politiche che coprono i loro crimini, e da Hezbollah, che trova nel porto di Beirut uno sbocco sul mare per le sue operazioni, militari ed economiche.

Sul fronte delle bande di contrabbandieri, è interessante notare che nel 2017 vennero sequestrate diverse quantità di carne brasiliana avariata in vari magazzini, passata attraverso il porto. Si noti che il Libano importa ogni anno 18.000 tonnellate di carne brasiliana congelata che viene venduta nei negozi libanesi come “fresca”, oltre all’importazione di circa 1 milione e 30.000 animali vivi.

“Il molo della resistenza”

Lo scorso maggio, il primo ministro israeliano Netanyahu mostrò immagini che, a detta sua, ritraevano depositi di armi di Hezbollah. Il magazzino esploso era accanto a uno di quelli nelle foto.

Il delegato di Israele alle Nazioni Unite, Danny Danon, accusò l’Iran di trasportare attrezzature pericolose a Hezbollah via mare attraverso il porto di Beirut, così come in aereo dall’aeroporto di Damasco a quello di Beirut, sostenendo come il porto di Beirut fosse diventato di Hezbollah.

La fonte di Elaph ha confermato l’uso del porto di Beirut da parte di Hezbollah per il trasporto di armi e merci dall’Iran e ha detto: “Il porto è molto importante nella rete dell’economia illegale di Hezbollah, che ha imposto la sua egemonia con il pieno controllo di uno dei suoi moli, noto come il “molo della resistenza”. Il partito riceve qui le armi, i beni e il sostegno di cui ha bisogno dall’Iran”.

Il blocco occidentale sull’Iran ha fatto perdere a Hezbollah molto sostegno finanziario. La fonte ha aggiunto: “Il partito ha ampliato la cerchia del contrabbando, del riciclaggio di denaro e del traffico di droga attraverso il porto, con le sanzioni contro l’Iran e con i vincoli economici imposti”. E aggiunge: “Il partito oggi non è nella sua condizione migliore, poiché deve affrontare le accuse di protezione delle reti di spacciatori, contrabbando, evasione fiscale e riciclaggio di denaro.

Marwan Shalala è un giornalista libanese che scrive per Elaph.

Vai all’originale

I punti di vista e le opinioni espressi in questa pubblicazione sono di esclusiva responsabilità dell’autore e non riflettono il punto di vista di Arabpress.eu

About the author

Redazione

Arabpress dal 2011 si dedica al mondo arabo e islamico fuori e dentro l'Italia. Uno strumento utile per chiunque voglia tenersi aggiornato su quello che succede quotidianamente nell’area mediterranea e medio orientale attraverso notizie, approfondimenti e articoli di giornalisti e esperti nel settore, oltre a traduzioni dalla stampa ufficiale internazionale.

Add Comment

Click here to post a comment