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Gli “Sheikh” contro la Fratellanza

FratellanzaDi Mshari Al-Zaydi. Asharq al-Awsat (23/02/2013). Traduzione e sintesi di Angela Ilaria Antoniello.

In Tunisia, la stampa riporta che c’è una divergenza d’opinione tra Hamadi Jebali, “stella” di Ennahda, e il fondatore e leader del partito Rachid Ghannouchi.

La presente controversia, che riguarda il modo di governare, si trova in un vicolo cieco dopo che l’iniziativa di Jebali di formare un governo “tecnocratico” per sostituire il governo autoritario dominato da Ennahda è stato bloccato. “Sheikh” Rachid Ghannouchi ha ostinatamente respinto questa proposta, dicendo francamente che non avrebbe lasciato il potere. Jebali, irritato dalla posizione autoritaria di Ghannouchi, ha presentato le sue dimissioni da primo ministro. Alcuni ritengono che intende creare un nuovo partito politico islamista che abbia un approccio più liberale e flessibile di Ennahda.

Questi eventi hanno una somiglianza con alcuni sviluppi in Egitto, dove Rifaq Abu Al-Alaa ha lasciato i Fratelli Musulmani per realizzare una propria piattaforma politica. Si è detto che l’ingresso di queste figure indipendenti sulla scena politica è stato voluto dalla stessa Confraternita e su iniziativa dei membri più giovani dell’organizzazione. I Fratelli Musulmani hanno poi rifiutato queste piattaforme politiche che hanno portato i giovani a formare un proprio partito nel 1996 che inizialmente però non fu riconosciuto come tale. Il partito è stato finalmente registrato, in seguito al rovesciamento del regime di Mubarak nel 2011, sotto il nome di Hizb Al-Wasat Al-Jadid  o altrimenti noto come Partito Wasat (Partito Moderato).

Di recente, a seguito della cosiddetta primavera araba in Egitto, una delle personalità storiche dei Fratelli Musulmani, Abdel Moneim Aboul Fotouh, ha preso la decisione di correre per la presidenza, contro la volontà dell’organizzazione madre. E’ quindi uscito dalla Confraternita ed ha formato il suo partito politico, aumentando il numero dei suoi seguaci e sostenitori ponendosi come alternativa moderata della Fratellanza. Tra l’altro, oggi, sono molti i partiti egiziani che stanno cercando di prendere il posto della Fratellanza. Si noti che stiamo parlando solo di defezioni dall’organizzazione della Fratellanza e non dell’ideologia o dell’approccio che abbraccia.

I Fratelli Musulmani non sono gli unici ad utilizzare slogan religiosi per la mobilitazione politica e per attrarre il grande pubblico. Ci sono altri gruppi come i gruppi salafiti politici e Hizb ut-Tahrir, che chiedono l’istituzione di un califfato. Ci sono anche divisioni e divergenze d’opinione all’interno di ogni tendenza che a volte raggiungono punti di violenza accompagnati dallo scambio di accuse di tradimento reciproche.

La questione che si pone qui è: quale dei gruppi e partiti sopra citati rappresenta il “vero” punto di vista islamico?

Il fattore decisivo sono i risultati sul campo e come questi vanno a beneficio del popolo, piuttosto che le manifestazioni fisiche di religiosità e la ripetizione dei soliti discorsi e sermoni.