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Da Casablanca a Venezia: “L’esercito della salvezza”, l’esordio di Taïa

esercito della salvezza

l'esercito della salvezzaArticolo di Valentina Marino.

Abdellah Taïa, giovane scrittore marocchino, ha deciso di cimentarsi con il grande schermo mettendo in scena uno dei suoi libri L’Armée du salut, “L’esercito della salvezza”, presentato alla selezione della Settimana della Critica alla 70° Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia. Con una direttrice della fotografia d’eccezione, Agnés Godard, ha diretto questo delicatissimo lungometraggio. L’Armée du salut non può che definirsi un film intimo che si snoda attorno al giovanissimo Abdellah, al suo mondo interiore e alla sua famiglia. Abdellah coltiva un’ammirazione smisurata per il fratello più grande, Slimane, che spia, osserva, imita, mentre intesse silenzi con il padre, la madre, le sorelle. Consuma rapporti sessuali con uomini più grandi di lui, ma nulla sembra turbarlo, sconvolgerlo, né penetrarlo davvero.

In un dialogo destinato a diventare capitale nella storia del cinema maghrebino, Abdellah chiede al fratello Slimane come mai legga libri in francese e perché si ostini a parlare francese anche con lui, “parlami in arabo” sentenzia “a cosa mi serve il francese? Qui in Marocco ci sei tu, perché mai dovrei desiderare di andare via?”.

Dieci anni dopo ritroviamo Abdellah che beve tè nelle terrazze di una villa marocchina di uno svizzero, un compagno danaroso che in rigoroso francese lo accoglie, lo educa e gli fa vincere una borsa di studio per continuare gli studi in Svizzera.

Quando Abdellah andrà a Ginevra non rivolgerà più una parola al suo traghettatore, “si sono un egoista, un figlio di puttana egoista, ti ho usato, adesso è finita”.

Abdellah torna nelle stanze dell’Arméé du salut appunto, il movimento dove ha trovato accoglienza, e per la prima volta conosce il suo compagno di stanza, di Meknés, parlano in francese e il ragazzo si offre di cantare una canzone che piaccia ad Abdellah. Abdellah chiede in francese una canzone araba di Abdel Halim Hafez, la ascolta e piange.

Un film sulla potenza della lingua, della cultura, dei legami, delle tradizioni e dei colori. Un film fatto di silenzi, ma che urla di essere ascoltato, con attenzione.

 

 

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Emanuela Barbieri

Emanuela Barbieri è specializzata in Comunicazione Digitale e Internazionale, SEO Specialist e Consulente di Marketing digitale.
Grazie alla lingua araba ha realizzato progetti ponte tra l'Italia e l'area MENA - Nord Africa e Medio Oriente -, affiancando alla laurea in Lingue e Comunicazione Internazionale una formazione in ambito digitale: siti web, SEO, digital advertising, web marketing.

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