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Taher Elci: “I martiri non muoiono mai”

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Al-Ayyam (30/11/2015). Traduzione e sintesi di Elisa Gennaro.

Si sono svolti domenica 29 novembre a Diyarbakir, nel sud-est della Turchia, i funerali di Taher Elci, avvocato turco e noto attivista della causa curda più volte nel mirino della giustizia di Ankara.

Oltre 50 mila persone hanno sfilato al corteo funebre in cui è prevalsa la condanna dei presenti per quello che hanno definito “un assassinio premeditato”.  “I martiri non muoiono mai” è stato uno degli slogan al corteo.

Ai funerali erano presenti i colleghi curdi membri del Sindacato di avvocati e il portavoce Mutin Fayez Ihsanoglu. Una bandiera curda è stata riposta sulla bara Elci.

L’assassinio si è consumato sabato scorso a conclusione di una conferenza stampa quando è sorto uno scontro a fuoco tra ignoti e poliziotti.

Elci è stato raggiunto da un proiettile alla testa è resta incerto se sia stato preso di mira o se invece sia stato colpito da un proiettile vagante. A tal proposito Human Rights Watch e la Federazione Internazionale per i Diritti Umani chiedono l’avvio di un’indagine esaustiva e indipendente invitando il governo turco a collaborare per individuare e perseguire i colpevoli.

Il premier Ahmet Davutoglu respinge le accuse sollevate dal fronte curdo e addossa la responsabilità a “organizzazioni terroristiche”.

Elci era in prima linea nella difesa legale della causa curda in Turchia e appena un mese fa aveva riaperto il dibattito pubblico sullo status del Partito dei Lavoratori Curdi (PKK) chiedendone la rimozione dalla lista delle organizzazioni terroristiche.

Per questo il 20 ottobre era stato arrestato e un tribunale di Istanbul lo aveva accusato di “incitamento al terrorismo per mezzo della stampa”. I giudici del riesame ne avevano deciso il rilascio.

L’assassinio di Elci acuisce lo stato di tensione con la popolazione curda nel Paese. Nella zona della Turchia abitata a maggioranza da curdi sono ripresi a pieno ritmo gli scontri tra resistenza e forze governative ponendo fine ai due anni di cessate il fuoco quando le parti si erano impegnate con i colloqui di pace. Un rigido coprifuoco è stato imposto nei centri abitati da curdi.

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