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Piani per l’annessione della Cirenaica all’Egitto

Alif Post (07/05/2014). Traduzione e sintesi di Maryem Zayr.

Gli Stati Uniti hanno messo in guardia i Paesi del Golfo circa il loro presunto coinvolgimento con l’Egitto in un progetto che prevede l’annessione della Cirenaica libica, ricca di giacimenti petroliferi, al territorio egiziano, lasciando indipendenti le regioni occidentali legate al Maghreb. Non a caso, fonti ufficiali algerine sono state le prime a diffondere la notizia: l’Algeria ha infatti utilizzato questo piano come occasione per rivelare ciò che considera come una cospirazione contro la Libia.

Sembra che gli Stati Uniti stiano osservando questo scenario con grande preoccupazione, in quanto questo programma potrebbe ulteriormente peggiorare la situazione nell’area. Gli USA si sarebbero rivoli ad un ente maghrebino per trasmettere le loro preoccupazioni in merito e per convincere ad abbandonare questa idea. Pare, però, che tale ente si sia rifiutato di compiere questa missione, portando così il segretario di Stato americano John Kerry a contattare direttamente gli Emirati Arabi Uniti e chiedere loro di smettere di sostenere questo piano, dal momento che Washington non lo permetterà nel modo più assoluto.

Nonostante gli avvertimenti degli Stati Uniti, le partiti continuano nell’attuazione del loro progetto provocando disordini in Cirenaica. Ciò ha a sua volta alimentato forti tensioni e sentimenti di separazione tra la popolazione, in una regione che rivendica un sistema federale separato dal potere centrale di Tripoli. Da parte loro, la preoccupazione degli USA risiede nel timore di una vera e propria diffusione del terrorismo nella regione attraverso l’afflusso di movimenti per difendere l’unità della Libia.

La seconda parte del programma prevede, poi, l’intervento di grandi potenze nello scenario: Paesi europei, come la Francia, per preservare i propri interessi, nonché il possibile intervento degli Stati della regione nordafricana, confinanti con la Libia.

L’Italia, infine, potrebbe essere il Paese mediterraneo più colpito da questo scenario, in virtù del fatto che la Libia è considerata un punto strategico grazie alle sue fonti di energia, fin dal XIX secolo: va ricordato, infatti, che la Libia è il principale fornitore si gas e petrolio dell’Italia.

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