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Iran desideroso e Egitto titubante: relazioni dopo la primavera araba

Di Ahmed Morsy. Egypt Independent (02/10/2012). Traduzione e sintesi di Cristina Gulfi

Sulla scia della rivoluzione egiziana, l’Iran ha cercato di trarre vantaggio dal nuovo governo islamista per rafforzare i legami tra i due Paesi. L’Egitto, tuttavia, ha esitato ad abbracciare l’Iran.

Dopo la caduta di Mubarak, Teheran ha subito pensato a nuove relazioni con il Cairo. Il 4 aprile 2011, il nuovo Ministro degli Esteri egiziano, Nabil al-Araby, durante l’incontro con il capo della Sezione di Interesse iraniana al Cairo, affermò: “l’Egitto sta aprendo una nuova pagina con tutti i Paesi, compreso l’Iran, e egiziani e iraniani meritano relazioni che riflettano la loro storia e la loro cultura, a condizione che si basino sul rispetto reciproco della sovranità e sulla non ingerenza negli affari interni”.

Due mesi dopo, una delegazione composta da intellettuali, giornalisti e uomini d’affari egiziani fu ricevuta a Teheran. In quell’occasione, il Presidente iraniano Ahmadinejad diede la sua disponibilità a condividere con l’Egitto competenze industriali e tecnologiche. Si parlò anche di “nemici” delle ritrovate relazioni tra i due Paesi. Poco tempo dopo, una delegazione di parlamentari iraniani arrivò al Cairo.

L’Iran ha accolto con favore l’elezione di Morsy a primo Presidente islamista d’Egitto, con Ahmadinejad pronto ad invitarlo alla conferenza del Movimento Non-Allineato di fine agosto a Teheran.

La risposta dell’Iran alla rivoluzione egiziana ha diversi motivi. Innanzitutto, Teheran spera di portare avanti la storia del “risveglio islamico” e di rafforzare i sentimenti anti-occidentali tra i governi della regione. In secondo luogo, è un modo per far fronte alle pressioni e alle sanzioni internazionali, in particolare quelle imposte da USA e UE sul petrolio, garantendosi un accesso sicuro al Canale di Suez. Infine, alla luce dell’inasprimento del conflitto il Siria, l’Iran è alla ricerca di un nuovo alleato nella regione.

Tuttavia, il discorso di Morsy contro il Presidente siriano Assad proprio durante la conferenza di Teheran è la prova che l’Egitto ha deciso di schierarsi con i partner arabi e occidentali piuttosto che con l’Iran.

Nonostante l’ascesa dei Fratelli Musulmani in Egitto, è ingenuo pensare ad un’alleanza con l’Iran. Il movimento islamista egiziano, infatti,  è prevalentemente sunnita, come gli alleati arabi nel Golfo, i quali puntano a contenere lo sciismo e l’influenza iraniana nella regione.

La politica regionale ed estera dell’Egitto non cambierà a favore dell’Iran perché Morsy ha promesso di rispettare i trattati internazionali e di mantenere uno stretto legame con gli altri Paesi arabi, in particolare l’Arabia Saudita, dove ha fatto la prima visita ufficiale come Presidente. L’Egitto cercherà inoltre di preservare la relazione strategica con l’Occidente e con il Consiglio di Cooperazione del Golfo, almeno nel breve termine, per poter superare la crisi economica.