Di Ignacio Cembrero. El Mundo (19/11/14). Traduzione di Alessandra Cimarosti.
In estate, il ministro degli Interni gli ha proibito i campi scuola nei quali tentava di sensibilizzare i giovani sui diritti umani; a settembre gli ha bloccato un seminario di formazione; il primo fine settimana di novembre, ha impedito non meno di una ventina di attività, per lo più incontri, organizzati in tutto il paese. Si è vista dunque obbligata a cancellare circa 40 eventi in meno di 4 mesi.
L’Associazione marocchina per i Diritti Umani (AMDH), la più importante del mondo arabo in questo ambito, ha deciso di protestare colpendo dove poteva far più male, annunciando che boicotterà il Forum Mondiale dei Diritti Umani, organizzato dal Marocco, al quale parteciperanno a Marrakech, a partire dal 27 novembre, 5.000 membri di ONG e istituzioni di 93 Paesi. Il primo Forum aveva avuto luogo lo scorso anno a Brasilia. Il Forum è stato organizzato dal Consiglio Nazionale dei Diritti Umani (CNDH), organismo ufficiale diretto da Driss el-Yazami, un vecchio dissidente. Le autorità marocchine si sono dimostrate molto orgogliose di essere riuscite a poterlo celebrare nel proprio paese. In questo modo infatti, viene ottenuto il riconoscimento, da parte della comunità internazionale, dei progressi marocchini in materia di diritti umani.
La AMDH ha pubblicato un comunicato e ha incaricato una delle sue figure più prestigiose, Khadija Ryadi, ex presidentessa e vincitore del premio Diritti Umani 2013 delle Nazioni Unite, al fine di spiegare la sua decisione. “È inimmaginabile che la AMDH partecipi al Forum dal momento che non termina la repressione che soffre”, ha affermato Ryadi. “A pochi giorni dall’evento osserviamo una certa opacità nell’organizzazione”, ha aggiunto.
Gli attacchi alla AMDH sono iniziati poco dopo che Mohamed Hassad, ministro degli Interni ha fatto ciò che l’associazione ha qualificato come “una dichiarazione di guerra irresponsabile”. Dalla tribuna del parlamento, il ministro ha rimproverato alle ONG che lavorano in questo campo di cercare di “debilitare le forze di sicurezza marocchine” in lotta contro il terrorismo con “accuse senza fondamento riguardanti sequestri e torture”.
In seguito alla proibizione delle proprie attività estive, mai notificata per iscritto ma solo oralmente, la AMDH ha querelato Hassad per “abuso di potere”, ma è poco probabile che vada avanti. La ONG statunitense Human Rights Watch ha preso le difese della AMDH richiedendo a Rabat “di smetterla di ostacolare le attività pacifiche delle organizzazioni indipendenti (…)”.
La AMDH non sarà l’unica associazione a non presentarsi a Marrakech; non saranno presenti infatti, nemmeno la piccola Lega Marocchina per i Diritti Umani e la sezione locale della ATTAC (antiglobalizzazione). “Lo Stato marocchino vuole nascondere il regresso (in materia di libertà) organizzando il Foro”, ha segnalato in un comunicato, annunciando il proprio boicottaggio. Ha infine concluso dichiarando “sarà un’occasione per le istituzioni di una democrazia di facciata per far conoscere un simulacro dello Stato di diritto”.
La celebre attivista saharawi Aminatu Haidar invece, vuole partecipare al Forum con la sua associazione, Codesa. Anche se non è stata legalizzata, ha richiesto per iscritto di prenderne parte. Ad oggi non ha ancora ricevuto l’autorizzazione a partecipare da parte del CNDH.
Ignacio Cembrero è un giornalista spagnolo ex-corrispondente del quotidiano El País. Oggi scrive per El Mundo.
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