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Attacco agli sciiti in Arabia Saudita: un vero e proprio atto terroristico

Di Mashari al-Zaydi. Asharq al-Awsat (04/11/2014). Traduzione e sintesi di Giusi Forrisi.

Non c’è dubbio che l’attacco compiuto contro il santuario sciita nel villaggio di al-Dalwa, nella provincia orientale saudita di al-Ahsa, sia un vero e proprio atto terroristico. E lo scopo è chiaro: portare il conflitto confessionale in Arabia Saudita sul piano di un conflitto di sangue.

Lo Stato, rappresentato dal ministero dell’Interno, ha affrontato la situazione esattamente come spetta ad un vero Stato, cioè con fermezza e in modo rapido e trasparente. Il generale Mansur al-Turki, portavoce del ministero dell’Interno, ha infatti subito annunciato l’arresto di sei persone implicate nell’attacco.

La gravità di questo atto terroristico risiede nel fatto che esso costituisce un nuovo precedente nel tentativo di lanciare un conflitto confessionale sanguinario nel Paese; da qui nasce l’importanza di una vigilanza assoluta che faccia svanire questo desiderio e protegga i cittadini sauditi.

Sin dalla nascita del secondo Stato saudita, gli sciiti non hanno subito nessun attacco, né alla persona, né ai loro beni. C’è chi attacca il popolo sciita da un punto di vista morale, ed è questo che dovrebbe essere condannato e fermato, ma gli sforzi in questo senso sono miseri.

Sin dall’epoca dell’imam Turki ibn Abd Allah, fondatore del secondo regno saudita, lo stato si è mostrato sempre pronto a proteggere le vite dei cittadini sciiti, così come i loro beni e i loro luoghi sacri.

Il crimine commesso contro il villaggio di al-Dalwa è un’occasione per condannare tutti coloro che istigano al conflitto confessionale nel Paese.

Mashari al-Zaydi è scrittore e giornalista saudita e redattore presso Asharq al-Awsat.

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