Se i prigionieri marocchini in Europa sperano di non essere deportati in Marocco, a causa delle condizioni di malnutrizione e di carenza d’igiene a cui sono sottoposti i detenuti, i francesi stanno invece creando di riabilitare i propri prigionieri nei carceri marocchini, dopo aver fallito il tentativo di reintegrarli nella società moderna seguendo i metodi nazionali.
Il caso più recente è quello della decisione della magistratura francese, attraverso una serie di accordi tra le autorità dei due Paesi, di inviare un giovane detenuto in Marocco al fine di riabilitarlo. Il giovane, originario della città di Limoges, che aveva commesso più di venti reati, è stato fermato per l’ennesima volta sabato scorso nella capitale francese prima di essere portato davanti ai giudici.
La decisione della magistratura francese di mandare il ragazzo nelle carceri marocchine è avvenuta dopo che il giovane ragazzo era stato più volte inserito in centri di riabilitazione francesi senza esito positivo, dato che tornava a commettere altri furti e aggressioni una volta liberato. Il ragazzo, di età non superiore ai 14 anni, si era infatti guadagnato il titolo di “terrore di Limoges” per le sue continue infrazioni.
Il ragazzo era riuscito a fuggire la scorsa settimana da un centro educativo per la riabilitazione, nella regione Val de Marne, prima di essere fermato nella metropolitana di Parigi, dopo aver aggredito e rubato un telefono cellulare a uno dei passeggeri. Dopo il suo arresto in metropolitana, il giovane è stato messo sotto stretta sorveglianza in una stazione di polizia e posto sotto controllo giudiziario, prima di essere presentato al tribunale minorile. Il ragazzo è stato poi riportato al centro da dove era fuggito.
La Francia si serve dunque del Marocco per rieducare i suoi criminali e malviventi, per i loro metodi più rigidi e fermi.