Afkar Masriyya, “pensieri egiziani”, è uno spazio dedicato al mondo culturale egiziano, ai dibattiti che animano gli intellettuali e gli accademici, alle avanguardie artistiche ma anche alle tradizioni arabo-egiziane, offrendo approfondimenti e fonti dirette generalmente non accessibili ai lettori non arabofoni.
Articolo di Kawkab Tawfiq.
Grazie all’opera di talent scout del suo fondatore, la Beit el-Oud raccoglie giovani musicisti talentuosi da ogni paese arabo, qui sono nati musicisti egiziani, siriani, sauditi, yemeniti, tunisini ed iracheni, come il famoso e giovanissimo Yusif Abbas. Ma troviamo anche studenti provenienti da tutto il mondo, Asia, Africa, America, Europa e… perfino dall’Italia! Qui studiano, si diplomano per poi insegnare a loro volta ai nuovi studenti e suonare nell’orchestra diretta da Naseer Shamma, una delle poche orchestre giovanili arabe di
La Beit el-Oud vanta una ricca biblioteca e si è recentemente aperta anche allo studio del qanun (strumento a corde pizzicate) e del nay (flauto arabo), fondando così anche la Beyt el-Orchestra diretta dallo stesso maestro Naseer Shamma, che oggi conta ben 67 musicisti e che nel 2003 è stato
scelto dalla American University in Cairo come miglior progetto per lo sviluppo della creatività della gioventù araba ed è ormai diventata una presenza stabile nel Festival di Musica Araba di Abu Dhabi. Dopo il successo egiziano, la Beyt el-Oud ha fondato altre sezioni in Algeria nel 2005, ad Abu Dhabi nel 2007, in Sudan e a Doha nel 2009.
La libertà di espressione ed il rispetto dell’altro sono alcuni dei valori su cui il maestro Naseer Shamma ha fondato questa istituzione, e non poteva essere diversamente considerando 20 annida lui passati in esilio come dissidente politico del regime Saddam. Ciò che infatti attira l’attenzione di chi frequenta la Beit el-Oud al-Araby sia come spettatore dei suoi concerti, sia come studente, è sicuramente il fatto che questo posto costituisce un piccolo paradiso e un modello di convivenza pacifica interculturale e interreligiosa. In una società come quella egiziana piena di elementi che separano gli individui su base religiosa, etnica e sessuale, questo sembra l’unico posto nell’intero Egitto a non risentire dei conflitti esterni. Non esistono barriere culturali e cristiani, musulmani, ragazzi, ragazze, occidentali e arabi, convivono nella più assoluta normalità contribuendo all’arricchimento gli uni degli altri, e riflettendo sulla propria musica il proprio passato, la propria cultura e le proprie esperienze.
http://www.cdf.gov.eg/art1.htm
http://www.araboudhouse.com/index.html
http://english.al-akhbar.com/node/2172