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Cem Mansur e İlkay Şamli, da Istanbul a Roma musica sinfonica, dibattiti e pittura sull’acqua

1919660270Articolo di Katia Cerratti

La grandezza della musica sinfonica e la magia della pittura sull’acqua, giovedi 12 settembre daranno vita a Roma, a due diversi eventi che vedranno protagonisti l’illustre direttore d’orchestra turco Cem Mansur, al Parco della musica alle ore 21, e la conterranea İlkay Şamli, artista esperta dell’antica arte Ebru, la suggestiva tecnica di pittura sull’acqua, nella Sala Spinelli di Palazzo Baleani alle ore 17,30.

Con la Turkish National Youth Orchestra da lui fondata nel 2007, Mansur accompagnerà il violinista israeliano Shlomo Mintz, considerato uno dei maggiori violinisti contemporanei, nel Concerto per violino e orchestra di Beethoven, ed eseguirà l’ Ouverture del Guglielmo Tell di Rossini e la Sinfonia n.1 di Brahms. L’orchestra, che ha già accompagnato grandi nomi come Salvatore Accardo, Murray Perahia e Natalia Gutman, è formata da 100 giovani elementi tra i 16 e i 22 anni e risponde all’originale progetto di Mansur di vivere la musica oltre le note per renderla anche strumento di sensibilizzazione sociale. In funzione di questo principio, l’artista ha arricchito la normale attività dell’orchestra con seminari e laboratori, come il Laboratorio di Democrazia, dove l’orchestra incarna lo spazio metaforico entro il quale si convive in nome del rispetto e della responsabilità e dove gli uni dipendono dagli altri:“Ogni membro di una società è responsabile per l’altro, proprio come in un’orchestra – spiega , […] affinché possano coesistere punti di vista diversi, nessun individuo deve alienare l’altro”. Direttore dell’Orchestra da Camera Akbank dal 1998 al 2011, Mansur ha collaborato con giovani artisti armeni nell’ambito del progetto “La musica che unisce”, fondando la  Turkish Armenian Youth Orchestra.  

Musica intesa come ‘chiave per superare l’intolleranza’, è questo, dunque,  il principio ispiratore del maestro e questo sarà anche il filo rosso intorno al quale mercoledì 11 settembre, alle ore 17,30, presso la Sala Spinelli di Palazzo Baleani, si articolerà il dibattitto “La libertà suona bene. Incontro con Cem Mansur”, organizzato dal BAU Center of Eurasian Studies, cofondato  dal Centro Interdipartimentale CEMAS dell’Università “La Sapienza” e dalla Bahçeşehir University di Istanbul, e moderato dal direttore del Bau, Fabio Grassi. Un evento nell’evento dunque, realizzato in italiano, turco e inglese.

romaesintisi001cd6afMa Palazzo Baleani ospiterà anche l’altro suggestivo evento “Dipingere sull’acqua. Dimostrazione dell’antica arte turca ‘Ebru’ con l’artista İlkay Şamli”, che avrà luogo il 12 settembre, anch’esso organizzato dal Bau e moderato dal direttore Grassi, in collaborazione con l’Ambasciata della Repubblica di Turchia presso la Santa Sede. Martedì 10 settembre inoltre, presso lo spazio espositivo dell’Ufficio Cultura e Informazioni dell’Ambasciata di Turchia a Roma in Piazza della Repubblica 55-56, alle ore 18.00, l’artista inaugurerà una mostra dal titolo “Richiamo dei colori, riflessi del Sacro Corano”, aperta al pubblico fino all’11 ottobre 2013.

Un titolo che evoca forte spiritualità e misticismo e risponde in pieno al percorso intrapreso dall’artista turca nel corso degli anni. Nata a Istanbul nel 1971, Ilkay Şamlı, si è laureata presso l’Università di Çukurova, ha appreso la tecnica Ebru nel laboratorio dell’artista Hikmet Barutçugil ad Istanbul. e l’ha poi insegnata nel Centro Culturale Necip Fazıl Kısakürek a Kahramanmaraş per cinque anni, rendendosi conto, giorno dopo giorno, di avere tra le mani un prezioso strumento di indagine religiosa, filosofica, e mistica. Così, nel 2001, ha deciso di seguire un Master per la traduzione e l’interpretazione del Corano presso il Dipartimento di Studi Islamici all’Università Sütçü İmam.

Dalla prima mostra allestita nella Facoltà di Belle Arti dell’Università Sütçü İmam a Kahramanmaraş, a oggi, Ilkay Şamlı ha realizzato dei pezzi unici di straordinaria bellezza, realizzati attraverso questa antica arte nata nell’Asia Centrale e di cui esiste un documento risalente al 1447, conservato nella biblioteca del Topkapi. Depositando sull’acqua gocce di oli che non si mescolano tra loro, la talentuosa mano dell’artista crea i suoi capolavori spandendole sulla superficie mediante l’uso di asticelle e adagiandovi un foglio di carta che cattura l’opera e, una volta asciugato, ne mostra la magia delle forme.

Una tecnica apparentemente semplice ma in realtà estremamente delicata e complessa se si pensa alla componente spirituale che forme e colori implicano e alla tensione emotiva che pervade l’artista.

Così, onde di colore che elevano lo spirito e note musicali che superano barriere e  pregiudizi, da Istanbul a Roma, convergeranno nello stesso principio: andare oltre.

   Katia Cerratti