Leggere le tue parole è come mangiare un gelato in un deserto torrido.
È l’incipit di una delle innumerevoli mail che Bee e May si scrivono con assiduità, bombe e violenze permettendo, fra Baghdad e la Gran Bretagna.
Due donne. Due vite e due mondi diversi e distanti. Due universi raccontati attraverso uno scambio epistolare elettronico che accorcia le distanze spazio-temporali e soprattutto culturali fra le due protagoniste di un libro che, come ci dicono le autrici nella prefazione, non era nato per essere tale.
Bee è invece una giornalista inglese, vive a Londra e si barcamena fra lavoro, marito e tre figli che le richiedono tali e tante attenzioni da rappresentare una sfida quotidiana.
Il libro si snoda attraverso i racconti reciproci delle giornate tipo delle due donne che da sconosciute man mano si stringono in un’amicizia sempre più forte e coinvolgente. May è rapita dai racconti di Bee sulle prodezze dei suoi tre figli, mentre Bee è costantemente sconvolta dai traumatici resoconti delle quotidiane violenze cui May e tutta la popolazione irachena è sottoposta.
Una mail dietro l’altra e si dipana una toccante storia di amicizia al femminile che porterà le due protagoniste a progettare la fuga verso l’Occidente di May e del marito, perseguitato in quanto sunnita, una corsa contro il tempo e contro la furia delle milizie.
E così la frescura di quel gelato mangiato nel deserto torrido risulterà essere la metafora della forza di una amicizia che travalicherà i confini di un paese in guerra.
Ancora un testo che racconta come due mondi apparentemente lontani e diversi possono stringersi attraverso il ponte dell’amicizia, in questo caso coniugata al femminile. In fondo, il messaggio di speranza che sembra trasparire da questo originale lavoro a quattro mani, è che siamo tutti esseri umani sotto questo cielo e soltanto la comprensione della diversità, la condivisione e la solidarietà riusciranno a salvarci da noi stessi.