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“Sognando Jane Austen a Baghdad” di Bee Rowlatt e May Witwit

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Bee Rowlatt e May Witwit
Dal blog Con altre parole di Beatrice Tauro.

Leggere le tue parole è come mangiare un gelato in un deserto torrido.

È l’incipit di una delle innumerevoli mail che Bee e May si scrivono con assiduità, bombe e violenze permettendo, fra Baghdad e la Gran Bretagna.

Due donne. Due vite e due mondi diversi e distanti. Due universi raccontati attraverso uno scambio epistolare elettronico che accorcia le distanze spazio-temporali e soprattutto culturali fra le due protagoniste di un libro che, come ci dicono le autrici nella prefazione, non era nato per essere tale.

rowlatt-witwit-jane-austen-baghdadMay è una insegnante all’università di Baghdad, tiene un corso di letteratura per sole ragazze alle quali racconta le vicende di Jane Austen, eroina di un mondo lontano alla quale le spaventate alunne irachene si rivolgono con speranzosa fiducia, anelando ad un cambiamento ancora di là da venire.

Bee è invece una giornalista inglese, vive a Londra e si barcamena fra lavoro, marito e tre figli che le richiedono tali e tante attenzioni da rappresentare una sfida quotidiana.

Il libro si snoda attraverso i racconti reciproci delle giornate tipo delle due donne che da sconosciute man mano si stringono in un’amicizia sempre più forte e coinvolgente. May è rapita dai racconti di Bee sulle prodezze dei suoi tre figli, mentre Bee è costantemente sconvolta dai traumatici resoconti delle quotidiane violenze cui May e tutta la popolazione irachena è sottoposta.

Una mail dietro l’altra e si dipana una toccante storia di amicizia al femminile che porterà le due protagoniste a progettare la fuga verso l’Occidente di May e del marito, perseguitato in quanto sunnita, una corsa contro il tempo e contro la furia delle milizie.

E così la frescura di quel gelato mangiato nel deserto torrido risulterà essere la metafora della forza di una amicizia che travalicherà i confini di un paese in guerra.

Ancora un testo che racconta come due mondi apparentemente lontani e diversi possono stringersi attraverso il ponte dell’amicizia, in questo caso coniugata al femminile. In fondo, il messaggio di speranza che sembra trasparire da questo originale lavoro a quattro mani, è che siamo tutti esseri umani sotto questo cielo e soltanto la comprensione della diversità, la condivisione e la solidarietà riusciranno a salvarci da noi stessi.