Ad ogni modo, è bene allo stesso tempo contestualizzare la reale rilevanza della cartografia, solo una minima parte dei circa 6000 documenti che secondo alcune fonti sarebbero stati prelevati dalla villa di Abottabad. La parte del carteggio in cui Bin Laden e Ayman al-Zawahiri discutono della necessità di “ricalibrare” il tiro ed evitare di continuare a mietere vittime tra i Musulmani non è del resto una novità, e già in passato lo sceicco saudita ed il medico egiziano erano intervenuti per limitare l’azione di quanti, come l’allora leader di al-Qaeda in Iraq Abu Musab al-Zarqawi, avevano fatto della violenza settaria un nuovo caposaldo del jihadismo qaedista.
Inoltre, ad eccezione dei documenti riguardanti la Somalia ed il movimento al-Shabab, la maggior parte delle lettere offre solamente una sola prospettiva, poiché manca l’eventuale replica. Di conseguenza trarre conclusioni esclusivamente basate su tale carteggio, come già fatto da più parti, rischia di tramutarsi in un mero esercizio pro-forma.
Per affermare che al-Qaeda è un’organizzazione in declino non è necessario presentare come prova delle lettere in cui una leadership sempre più isolata pensa di dover cambiare il nome della propria organizzazione per poter riacquistare nuova linfa e popolarità. A questo ci ha pensato in gran parte la Primavera Araba, che ha dimostrato come al-Qaeda è un’entità politica inesistente che non esercita più alcuna influenza di rilievo nel mondo arabo.
Ludovico Carlino