Due corpi sono stati rinvenuti in una casa del distretto di Midan, nella zona sud di Damasco, scenario, qualche giorno prima, di una massiccia controffensiva delle forze speciali e delle guardie repubblicane a scapito dei ribelli siriani. Molte segnalazioni sono state fatte all’Osservatorio circa le vittime di quelli che vengono definiti scontri durissimi tra truppe e dissidenti nella seconda importante città della Siria, Aleppo.
Ieri è stato anche il primo dei trenta giorni dati alle parti in conflitto per cessare le violenze e permettere alla missione ONU di restare sul posto. Approvata venerdì a voto unanime, la risoluzione prevede che ogni prolungamento della missione ONU sarà presa in considerazione solo a patto che Ban Ki-moon “riporti la cessazione nell’uso di armi pesanti – con successiva conferma da parte del Consiglio di Sicurezza – e un ridimensionamento nel livello di violenza sufficiente a permettere tale estensione del mandato”. Il voto è giunto all’indomani di ciò che l’Osservatorio ha definito una delle giornate più sanguinose dall’inizio della crisi 16 mesi fa, segnalando la morte di 302 persone.