“Attraversiamo si fa prima, Ahmad aveva detto e avevate attraversato la strada, e ti aveva preceduto e l’avevi seguito. Un attimo, il boato, l’eco della deflagrazione, tutto alle vostre spalle, a qualche metro, e calcinacci volavano e urla e pianti con essi, e gente in corsa, senza sirene, senza soldati, ovunque”.
E alcuni anni più tardi Richard vuole tornare a Baghdad, per continuare a raccontare la città e le sue difficoltà, la guerra e la quotidianità, ma stavolta potrà farlo con un incarico “embedded”, ovvero come dipendente e non più libero come la prima volta. Un incarico che gli viene sottratto proprio prima della partenza. Nonostante le sue proteste, vede Baghdad allontanarsi dalla sua strada, e ne sente la mancanza, nonostante le bombe, nonostante tutto.
Il protagonista, che si troverà a dover affrontare il proprio destino e i legami con il suo passato e quello della sua famiglia, di suo padre in particolare, anch’egli legato indissolubilmente a Baghdad, vi farà finalmente ritorno ma con una veste che gli sta stretta, che non gli lascia quella libertà di espressione che è la sua bandiera. Il ruolo di embedded impone infatti che tutti gli articoli vengano vagliati prima di essere pubblicati. Il compito del giornalista embedded è quello di fare disinformazione. Ma Richard non ci sta e ottenuto il congedo torna a raccontare la vera Baghdad, i suoi cieli azzurri, il suo fiume – il Tigri – che lento scorre da millenni, testimone di una storia intrisa di sangue ma anche di tanto amore. Raccontare la verità, costi quel che costi, è il suo obiettivo ultimo.
Un romanzo quello della Guerrini in cui si mescolano i sentimenti, in cui il protagonista brama la ricerca di sé, di quel suo destino che lo porta ad inseguire storie in giro per il mondo. Per questo motivo è anche un romanzo di formazione, attraverso la piena consapevolezza di sentimenti quali l’amicizia, l’amore, il perdono, vissuti anche in scenari di guerra come sono quelli nei quali il protagonista si trova a vivere.
“È lontano il futuro per Baghdad. Per l’azzurro del suo cielo. Per l’universo. Io so dove sono le sue mura. Le leggende si sono nascoste sotto la sabbia. Sherazade attende. Lontano. Sabbia a coprire l’orizzonte o forse fuoco”.