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La guerra in Siria e l’estremismo religioso sugli schermi di Beirut

Giornate Cinema Beirut

(Al-Hayat). La crisi politica e l’avanzata dell’estremismo nella regione sono i temi principali dell’ottava edizione delle Giornate del Cinema di Beirut, organizzata dall’associazione culturale Beirut DC e che si svolge nella capitale libanese fino al prossimo 21 marzo. Più di 50 film partecipano all’edizione di quest’anno, tra lungometraggi e documentari.

Tra questi, il celebre film “Return to Homs” di Talal Derki, che racconta i primi momenti delle proteste scoppiate in Siria quattro anni fa, e “Ladder to Damascus” di Mohammad Malas. Numerosi a che i film di artisti maghrebini, come il lungometraggio della fotografa e regista di origini iracheno-marocchine Tala Hadid, che con il suo “Itar el-Layl (The Narrow Frame of Midnight)” si è di recente aggiudicata il premio del Festival del Cinema di Tangeri. Inoltre non mancano film sulla questione palestinese, sulla condizione dei diritti delle donne in Yemen e nel mondo arabo e, infine, sulla guerra civile libanese.

Per l’apertura del festival è stato invece scelto il film mauritano “Timbutku” di Abderrahmane Sissako, che ha ricevuto diversi premi internazionali e si è meritato una nomination agli Oscar come Miglior Film Straniero. Il festival si concluderà con una mostra dedicata alla celebre attrice Faten Hamama, icona del cinema arabo recentemente scomparsa.

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