La ricercatrice ha lanciato l’hashtag #Save_antinoupolis per gettare una luce sulla crisi che il sito si trova ad affrontare. Ad Antinoupolis sono presenti ritrovamenti che appartengono al periodo pre-dinastico, al Medio e Moderno Regno e al periodo Ptolemaico. Il sito divenne famoso in epoca romana dopo che l’imperatore Adriano vi stabilì un’imponente città in stile romano col nome di Antonio Polis. La riempì di teatri, templi, scuole e altri edifici storici. Molte delle costruzioni erano tuttora in piedi durante l’invasione francese dell’Egitto nel tardo XVIII secolo, e alcuni studiosi ne scrissero nel libro Description de l’Égypte.
La città fiorì dopo l’epoca di Adriano finché la regione Antinoë divenne una delle più grandi d’Egitto comprendendo gran parte dell’Alto Egitto, a partire dal sud di Fayoum fino a Sohag, con Antinoupolis per capitale, oggi conosciuta come Sheikh Abada. L’importanza della regione si mantenne anche in epoca bizantina. Col diffondersi del cristianesimo, la città divenne dimora di una vasta diocesi. Restò significativa anche in epoca islamica, cambiando il nome in Ansena. Lo scorso anno, alcuni archeologi sul campo hanno annunciato di aver localizzato un cimitero romano databile almeno tra la metà del II e del III secolo d. C.