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“Ekhwanizzazione” dell’Egitto: rischio reale o paure infondate?

Al Jazeera (31/10/2012). Analisi di Foraas Abo Halal.

Tra le questioni scottanti che interessano la vivace vita politica egiziana troviamo il timore di alcuni per una possibile “ekhwanizzazione” ( con Ekhwan in arabo si intendono i Fratelli Musulmani) del paese, vale a dire un occupazione capillare da parte del potente gruppo islamista di tutte le varie istituzioni del paese (parlamento,sindacati, media, governatori ecc..). Ci sono stati effettivamente alcuni episodi che hanno messo non pochi in allarme: primo fra tutti, la nomina da parte del presidente Morsi di un Ministro dell’Informazione vicino ai Fratelli Musulmani, la sostituzione di tutti i direttori dei giornali di stato e la chiusura temporanea di alcune testate private, nonchè la sostituzione di quasi tutti i governatori con figure vicine al presidente e alla potente organizzazione. Gli oppositori vedono quindi un chiaro tentativo di imbavagliare le voci scomode e avverse alle forze islamiste, che di fatto controllano il paese. Va detto che una nuova dittatura non sarà tollerata nell’Egitto post rivoluzionario ed è compito degli egiziani mantenere alta la guardia affinchè non ritorni un nuovo Mubarak.

Ma queste paure, se pur comprensibili e non sottovalutabili, sono per ora da considerare infondate. A differenza di Hosni Mubarak, Mohamad Morsi è un presidente leggittimamente eletto che eredita dal precedente regime pesanti leggi in ambito di libertà d’espressione e di stampa, leggi incapaci di disciplinare e regolare il ruolo dei media e i diritti ( ma anche doveri) dei giornalisti. Qualora Morsi fosse veramente interessato a garantire la libertà di stampa in Egitto dovrà iniziare a modificare il codice penale per garantire il diritto di ogni egiziano nel criticare le forze che governano il paese senza rischiare il carcere. Subentra quì il fattore tempo: tali modifiche richiederebbero molto tempo, soprattutto considerata l’assenza di un parlamento e una costituzione. Occorre avere pazienza e vigilare sui prossimi passi del presidente.

Indispensabile è anche una veloce creazione di organi totalmente indipendenti che vigilino sulla stampa nazionale e sui media audiovisivi per garantire l’indipendenza di tali mezzi e spetta a Morsi rassicurare i cittadini e dissipare le paure sull’egemonia assoluta di un unico partito (il Freedom and Justice Party dei Fratelli Musulmani) sul modello del disciolto partito di Hosni Mubarak.

Luca Pavone