Il romanzo di cui vi parlo oggi è stato scritto nel 1992 e pubblicato da Edizioni Lavoro nel 1999 con la traduzione di Leonardo Capezzone. Non è un libro di facile lettura, gli spazi temporali si accavallano nel labirinto della memoria, così come la realtà storica, la finzione e l’autobiografia. L’unico elemento che sembra essere costante è il Nilo, con le se acque che riempiono la narrazione.
La trama altro non è che il racconto di un’estate di un adolescente presso la collina detta del Bubillo, durante la quale i ricordi dell’infanzia continuano ad affiorare.
Edwar sl-Kharrat, nato ad Alessandria nel 1926, è stato uno dei grandi innovatori della letteratura araba, e in particolare egiziana, del secolo scorso, tanto che intorno a lui si è formata una vera e propria scuola che lavorava sulla lingua araba e il suo impiego in letteratura.
Buona Lettura!