Il ministro del Petrolio sudsudanese, Stephen Dhieu Dau, vede nel ritorno alla produzione “un messaggio di impegno della leadership governativa e del popolo del Sud Sudan di aderire agli accordi firmati col Sudan”. Gli accordi petroliferi firmati da Juba e Khartoum valgono per il Sudan tra l’1 e l’1,5 miliardi di dollari l’anno in diritti di transito, mentre altri miliardi di dollari saranno ricavati dal Sud Sudan dalle vendite. In Sud Sudan si trovano infatti gran parte dei giacimenti petroliferi, mentre l’infrastruttura degli oleodotti scorre a nord attraverso il Sudan.
L’agenzia sudanese SUNA ha detto di recente che i due Paesi “hanno convenuto sull’avvio di pompaggio del petrolio per metà aprile e sulla sua esportazione per la fine di maggio”. Il sottosegretario al ministero del Petrolio sudanese, Awad Abdul Fatah, ha detto al riguardo che quando “ogni cosa tornerà al proprio normale funzionamento” ci si aspetta che dal Sud Sudan al Sudan vengano erogati dai 250 mila ai 350 mila barili di petrolio al giorno.