Arabpress

In Spagna sempre più studenti di arabo… E in Italia?

opera dell'artista egiziano Ali Abdel Mohsen
opera dell’artista egiziano Ali Abdel Mohsen

Da un articolo di  Miguel Ángel Medina scritto per El Pais dal titolo “Per studiare l’arabo bisogna essere un po’ folli” (frase che si sente dire una dei protagonisti del suo reportage), appare chiaro un semplice dato: in Spagna il numero di chi sceglie di studiare la lingua araba è in netto aumento. In uno dei due centri maggiori della capitale Madrid dove si può studiare arabo, la Casa Àrabe, gli studenti sono passati da 312 nel 2008 a 430 nel 2013 e possono contare sulle lezioni di ben 11 professori.

Riguardo la Escuela Oficial de Idiomas Jesùs Maestro – l’altro grande punto di riferimento per la materia – Medina ci segnala poi il dato di un lievissimo calo delle iscrizioni (da 233 a 216) dovuto però soltanto ai tagli al personale. Se non fosse per la crisi, insomma, la richiesta ci sarebbe eccome. Emerge anzi proprio la tendenza di scegliere l’arabo spinti dalle alternative che offre il poter lavorare in aree come gli Emirati ed il Maghreb. A segnalarlo è un professore di arabo della stessa Escuela Oficial che Medina ha intervistato e che – vista l’alta richiesta di chi vuole apprendere la lingua araba – sta pensando di aprire una scuola tutta sua.

L’altro imponente incremento registrato in quest’ambito di studi è il numero degli studenti ad aver scelto l’arabo all’Universidad Autònoma, che dal 2009 al 2013 è raddoppiato passando da 14 a 28. Provando a fare un identikit di chi sceglie, oggi, di studiare la lingua araba in Spagna, l’autore dell’articolo parla di giornalisti, diplomatici, uomini d’affari, studiosi di filologia araba e le seconde generazioni di madrelingua arabi. Tra i motivi principali che spingono verso lo studio dell’arabo viene citata la necessità di consultare fonti originali in arabo (come per chi per esempio fa ricerca su Al-Andalus), che si intreccia all’interesse culturale per il mondo arabo e al piacere di avvicinarsi alla gente dei vari Paesi arabi.

Dunque questa è la situazione attuale in Spagna. E in Italia che succede? Prendendo in considerazione le università pubbliche della capitale, anche da noi l’arabo ha due grandi centri in cui viene studiato: l ‘Università di Roma Tre e il dipartimento dell’Istituto Italiano Studi Orientali della Sapienza. Roma vanta poi la presenza dell’Istituto per l’Oriente Carlo Alfonso Nallino che quest’anno offre corsi di cultura arabo-islamica, lingua parlata ed arabo standard – più un corso sugli Egyptian media.

A livello universitario, nella magistrale di Roma Tre si approfondisce anche lo studio del dialetto siriano e di quello marocchino, aspetto – quello della dialettologia araba – preso molto in esame anche alla Sapienza. Anche da noi, purtroppo, a limitare lo studio della materia non è la mancanza di richieste, quanto i tagli apportati alle strutture. Penso in tal senso all’IsIAO, l’Istituto Italiano per l’Africa e l’Oriente, che ha offerto per anni dei corsi di arabo  e che ora vede i suoi qualificati docenti appoggiarsi ad altre associazioni per continuare l’insegnamento che lo stesso IsIAO non offre più. (Per una lista esaustiva di dove è possibile studiare arabo in Italia vi rimando alla pagina di Arabista.eu e al loro ottimo, puntuale lavoro di catalogazione dei corsi).

In che direzione si è modificata, negli ultimi anni, la richiesta degli studenti che si affacciano sul mondo della lingua araba? Stanno aumentando come in Spagna? A questo quesito potete aiutarci a rispondere voi. Condividete la vostra esperienza segnalandoci se state riscontrando o meno la presenza di sempre più studenti a frequentare le vostre lezioni di arabo, sia che siate insegnanti o voi stessi degli studenti, e qualunque sia la natura del corso che avete o state frequentando. Se poi siete a conoscenza (o autori in prima persona) di recenti studi e ricerche che sondano proprio il terreno del numero degli studenti di arabo in Italia… Noi non vediamo l’ora di ascoltare le vostre considerazioni sul tema!

Claudia Avolio

Exit mobile version