La reazione in Siria è stata alquanto polarizzata. Da un alto, Louay Safi, figura di spicco del principale blocco di opposizione in Siria, ha definito il premio come “un passo prematuro” che avrebbe distolto l’attenzione del mondo dalla “vera causa della guerra”; dall’altra, Fayez Sayegh, avvocato e membro del partito del presidente Assad, ha dichiarato che il premio mette in evidenza “la credibilità” del governo di Damasco, aggiungendo che la Siria “sta dando il buon esempio ai paesi che possiedono armi chimiche”.
Il premio, inoltre, arriva solo pochi giorni dopo l’adesione ufficiale della Siria all’Organizzazione internazionale, come suo 190° membro.