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Russia: verso la soluzione della crisi in Siria

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Di Ghassan Charbel. Al-Hayat (28/09/2015). Traduzione e sintesi di Marianna Barberio.

Prima del suo discorso alle Nazioni Unite, il presidente russo, Vladimir Putin, ha segnato una svolta nel metter fine allo spargimento di sangue in Siria. L’importanza della sua decisione eguaglia quella della Conferenza di Ginevra I, senza sminuire il peso rivestito dall’“Accordo contro l’arsenale chimico”.

L’intervento militare russo in territorio siriano pone dei limiti concreti alla guerra e mira ad una soluzione alla crisi in corso. Uno scenario insolito questo, che allontana l’attenzione dall’operazione di brigantaggio in Ucraina, e che vede Putin come un astuto giocatore in Siria e nella regione.

Ma bisognerà aspettare per scoprire le reali intenzioni di Mosca. Intanto, possiamo analizzare il suo intervento in diversi punti:

Infine, l’intervento russo rappresenta un passo avanti per quella che è stata definita la “Mezzaluna Iraniana” oppure “Mezzaluna Sciita”, anche se è prematuro affermare un indietraggiamento del ruolo iraniano o di Hezbollah, come risulta affrettato credere che la Russia abbia aderito all’ “Alleanza di Opposizione” segnata da Baghdad.

Mosca si prepara a ricoprire un ruolo fondamentale nei futuri negoziati circa il nuovo regime destinato a nascere dal grembo del conflitto in corso. Ma quale sarà la risposta del presidente americano che si appresta a concludere il suo mandato? Senza dubbio l’assenza americana alla guida dell’operazione in Siria fornisce a Putin un’occasione d’oro. E sembra che gli arabi ribelli al regime di al-Assad preferiscano una Tartous russa ad una Tartous iraniana, un pensiero condiviso anche da Israele e Turchia. In definitiva, se la vittoria russa comporta un fallimento per l’Iran, di contro, la disfatta della Russia potrà ripercuotersi contro la regione e il mondo intero.

Ghassan Charbel è un giornalista libanese e nuovo caporedattore per il quotidiano Al-Hayat.

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