Secondo il giudice capo, il corpo del leader continuava a sanguinare dalla testa e dal viso anche dopo sei ore dalla sua morte, ed esso presentava delle macchie blu e rosse sulle gambe, sulle mani e sulle cosce. Tamimi era uno degli uomini più vicini ad Arafat, e a suo parere i sintomi dell’avvelenamento sarebbero comparsi tre mesi prima della sua morte, quando il politico venne colpito da ” una grave debolezza e atrofia accompagnata da vomito diarrea a disturbi muscolari”.