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‘-N-D & F-R-D, soggettività, resisti!

Marc Chagall – L’Uomo con la testa rovesciata, 1919

Avete presente quel modo di esprimere il verbo avere in arabo? Per dire “io ho” posso dire “presso di me è”, usando la preposizione ‘inda. Ecco, dovete sapere che la radice da cui viene questa piccola parola, ‘-n-d, ha il significato di “essere tenace”. Se leggiamo la terza forma del verbo ‘anada, che ha l’allungamento vocalico alla prima sillaba, ‘ānada, l’essere tenace diventa ancora più intenso: “resistere, opporsi”. Per ‘inād passano la resistenza e l’ostinazione. Ma ‘-n-d, ho scoperto, è anche una delle radici che esprimono il concetto di “soggettività” (‘indiyya), dunque qualcosa che è a stretto contatto con l’individuo. Individuo è una parola a cui sono molto legata, anche in italiano, perché essere un in-dividuo vuol dire non potersi dividere. Essere integro. In arabo questo stesso concetto che designa l’individuo è espresso dalla radice f-r-d, “essere una singola cosa”. Se fard è l’individuo, il singolo, farida in arabo viene chiamata una pietra preziosa.

Individuo, per la lingua araba sei uno. Sei raro. E la tua soggettività è tenace. Si oppone e resiste. ‘inda vi sembra ancora solo una piccola preposizione araba?

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