Dal loro resoconto, anche insegnanti e direttori delle scuole, che dovrebbero sostenere i ragazzi, pare mostrino spesso segni di pregiudizio. Malgrado la decisione del ministero libanese dell’Educazione di revocare le tasse per i libri di testo di quest’anno, l’amministrazione della scuola di Muayid e suo fratello ha passato gratis i libri agli studenti libanesi, ma ha insistito perché quelli siriani li pagassero. Certo ci sono anche insegnanti esemplari che si dedicano ai ragazzi siriani, ma purtroppo il problema è radicato nel sistema educativo. La madre di Muayid precisa che “sappiamo che i libanesi non sono tutti così, vorremmo solo che gli insegnanti si interessassero”.
Ruba Khoury, direttrice locale per Save the Children, dice che la sua e altre organizzazioni hanno cooperato al fianco del ministero dell’Educazione e dell’UNHCR per creare maggiori possibilità da offrire ai ragazzi siriani. La stessa Save the Children – insieme alle altre – ha avviato corsi di recupero ed intensivi per aiutare gli studenti siriani, introducendo nuove figure di operatori sociali affinché facciano da tramite tra studenti, famiglie e scuole. Attualmente sono circa 32 mila i ragazzi siriani iscritti nelle scuole pubbliche del Libano, con alcune migliaia che frequentano istituti privati o semi-privati.