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Chi c’è dietro a Daesh?

Boko Haram Daesh

Di Tahar Ben Jelloun. Le 360 (25/05/2015). Traduzione e sintesi di Chiara Cartia.

Siamo milioni, musulmani o non musulmani, laici, umanisti, gente semplice o acculturata, a non capire come Daesh (ISIS) possa continuare a progredire, a occupare città, a controllare frontiere, a vendere sul mercato nero il petrolio iracheno e a distruggere musei, a uccidere donne e bambini, tutto questo senza incontrare quasi resistenza di fronte alle proprie ambizioni.

Ramadi in Iraq è stata occupata, Palmira in Siria è appena stata conquistata, la bellezza e la grazia sono oggi schiacciate da giganti che distruggono tutto sul loro passaggio. Molte riserve di gas e di petrolio sono ormai nelle loro mani, il destino del mondo arabo pende dalle labbra della loro crudeltà. Dove si fermeranno dato che il loro scopo è di instaurare uno “Stato Islamico” ovunque nel mondo arabo? L’alibi è l’Islam. La tragedia è la sua interpretazione.

Che sia in Maghreb o in Europa, ci sono giovani che abbandonano tutto per seguire questa messa in scena satanica che supera di gran lunga i più fantasmagorici effetti speciali ideati da un cineasta. Non è più spettacolo, è l’orrore in diretta.

Si auspicherebbe che le Nazioni Unite portassero avanti un’indagine per sapere chi finanza quest’organizzazione, per potere incolpare e giudicare chi ha fornito loro quell’arsenale di armi e quei mezzi finanziari. Ma purtroppo a forza di fare calcoli, di essere “diplomatica”, invece di agire, l’ONU si rivela essere inefficace.

I bombardamenti degli alleati non hanno nessun effetto dissuasivo anche se il Pentagono afferma il contrario. I combattenti di questo movimento sono senza fede né legge, impietosi perché motivati da un obiettivo in cui la religione serve da gradino per raggiungere il potere.

Il mondo paga la politica troppo prudente di Obama e degli europei, una politica senza nobili ambizioni e che ha favorito la vendita di armi e gli interessi di pochi. Bisognava intervenire da subito in Siria invece abbiamo lasciato che Bashar al-Assad continuasse a governare, con come sfondo la solita cantilena: meglio un dittatore come al-Assad che non un regime islamista che massacra i cristiani. E invece Bashar al-Assad è ancora al potere e i cristiani non sono affatto sicuri e sono sempre più numerosi a fuggire dal loro Paese.

Regna il caos, con o senza Bashar, esattamente come in Libia con o senza Gheddafi. Siamo costretti a proclamare ufficialmente che non ci sono più grandi potenze, che non c’è più diritto né giustizia, che la barbarie ha vinto e che dobbiamo sottometterci ai suoi orrori?

Tahar Ben Jelloun è uno scrittore, poeta e saggista marocchino.

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