Di Sherif Elsayed-Ali. Al-Jazeera (04/02/2015). Traduzione e sintesi di Claudia Avolio.
Almeno 380.000 dei rifugiati che si trovano in quei Paesi sono stati identificati dall’Agenzia ONU per i Rifugiati (UNHCR) come in urgente bisogno di reinserirsi in altri Paesi per far ripartire le proprie vite col sostegno di cui necessitano. Tra loro ci sono persone che sono sopravvissute a stupri e torture, bambini non accompagnati e persone che non hanno accesso all’assistenza medica di cui hanno un disperato bisogno.
Nadia, donna siriana di 47 anni, è giunta in Giordania da sola con suo figlio, il marito è morto 10 anni fa. Ad Amnesty International ha detto: “Abbiamo lasciato Homs per via del conflitto, non potevo mandare mio figlio a scuola, avevo molta paura. Il suono delle bombe lo ha davvero spaventato, l’ho preso e siamo venuti in Giordania”. “Spero di andare in un altro Paese in cui mi aiutino a costruire un futuro per me e mio figlio, piango per la mia vecchia vita in cui avevo una dignità. Ora devo chiedere aiuto agli altri tutto il tempo, voglio andarmene per offrire un domani a mio figlio: non ha amici e nessuna vita”, continua la donna.
Dall’Asia all’Europa, grandi e ricchi Stati hanno voltato le spalle ai rifugiati siriani. Tutti e sei i Paesi del Golfo, la Russia ed il Giappone non si sono offerti di far reinserire alcun rifugiato. Molti dei Paesi dell’Unione Europea hanno al massimo fatto un tentativo per salvare la faccia: 140 rifugiati in Danimarca, 130 in Spagna e per ora 90 in Gran Bretagna. Con rare eccezioni come la Germania che ha accolto 30 mila rifugiati.
In termini complessivi, la comunità internazionale si è resa finora disponibile per meno di un quinto dei posti necessari al reinserimento dei siriani che ne avrebbero bisogno. La grande maggioranza dei rifugiati siriani sono stati lasciati fuori al freddo. Il conflitto in Siria è apparso sugli schermi delle nostre TV, nei giornali e sul web per quasi quattro anni ormai. Nadia, suo figlio ed il resto dei 380.000 rifugiati che hanno bisogno di reinserirsi stanno aspettando una nuova casa, ed una speranza, in altri Paesi.
Mai come in questo momento è cruciale che il mondo mostri di essere aperto ai rifugiati provenienti dalla Siria.
Sherif Elsayed-Ali è a capo del settore per i Diritti dei Rifugiati e dei Migranti presso la segreteria internazionale di Amnesty International a Londra.