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Siria: ore decisive per le decisioni del CCG

Al-Quds (8/02/2012). Il GCC (Consiglio di Cooperazione del Golfo) non si mostrava così unito dai tempi di Saddam Hussein e del CCA. Gli stati membri (Arabia Saudita, Bahrein, Emirati Arabi Uniti, Oman, Qatar e Kuwait) hanno deciso di espellere i loro ambasciatori siriani dai loro Paesi e di ritirare i loro stessi ambasciatori da Damasco. Ciò è avvenuto prima della riunione dei ministri degli esteri dei paesi del CCG, prevista a Riyadh domenica prossima, che precede la riunione dei ministri degli esteri arabi al Cairo lo stesso giorno. Il comunicato denuncia “un massacro collettivo contro un popolo disarmato” e vedendo quindi inutile continuare a intraprendere rapporti diplomatici con la Siria. Michelle Mann, portavoce del servizio diplomatico UE, ha invece asserito di non avere alcuna intenzione di lasciare la Siria; è importante, ha sostenuto Mann, continuare a stare sul posto per monitorare la situazione, fino a che non sarà ripristinata almeno la libertà di stampa. L’UE si trova però d’accordo con gli Stati Uniti nel continuare l’embargo contro la Siria (soprattutto petrolio grezzo e materiali preziosi). Dal canto suo, la diplomazia russa, sulla scorta di quanto affermato da  Sergej Lavrov, dopo aver parlato a lungo con Bashar Al-Assad, si sente “rassicurata” dalle parole del presidente siriano, che annuncia di voler <<mettere fine>> alle violenze in atto nel Paese. Tutto questo porta a ritenere che se non si troverà una linea comune a livello mondiale, il futuro sarà sempre più oscuro per i siriani.

 

 

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