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Siria: Assad sta scegliendo la sua opposizione

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Di Raed Omari. Al-Arabiya (11/01/2016). Traduzione e sintesi di Angela Ilaria Antoniello.

Il ministro degli Esteri siriano Walid Muallem ha chiesto una lista delle “organizzazioni terroristiche” in vista dei prossimi colloqui di pace. Ma cosa dice del suo regime che dal 2011 è stato responsabile di 300.000 morti? E che dire dello shock provocato a livello internazionale dall’immagine dei cittadini dell’assediata città di Madaya che stanno morendo di fame?

Ma le dichiarazioni del capo della diplomazia siriana non sono certo fuori luogo per il regime siriano, che in precedenza ha avuto l’audacia di chiedere un’inchiesta indipendente sull’attacco chimico di Ghouta del 21 agosto 2013. Il presidente Assad ha anche sollecitato maggiori sforzi internazionali per sradicare il terrorismo e Daesh (ISIS) ed ha criticato la gestione della crisi dei rifugiati siriani. Il governo siriano sta tentando di sfuggire al suo isolamento diplomatico e anche richiedere un elenco delle organizzazioni terroristiche altro non è che uno strumento per migliorare la propria posizione negoziale nei prossimi colloqui di pace a Ginevra.

Ma Damasco parteciperà davvero al “dialogo siro-siriano a Ginevra senza alcuna interferenza straniera”, come affermato da Muallem? Che dire dell’influenza di Russia e Iran? Non c’è bisogno di molte analisi per capire che i commenti di Muallem erano una frecciatina al recente vertice delle opposizioni siriane tenutosi a Riyad.

Sebbene sia stato cautamente recepito come un gesto di buona volontà da parte del governo siriano, le dichiarazioni di Muallem sono state più di intralcio che di aiuto al piano di pace delle Nazioni Unite. Di fatto, queste dichiarazioni dicono che il governo siriano è disposto ad entrare nei negoziati di pace, ma solo se la delegazione dell’opposizione risulterà di suo gradimento ed è certo che essa conterrà le fazioni presenti a Riyad.

Tuttavia il regime siriano ha già classificato tutti i gruppi di opposizione come terroristi, e tra questi ci sono l’Esercito Siriano Libero ed altri gruppi di ribelli di tendenza islamista. Come era accaduto in preparazione alla conferenza di pace di Ginevra del 2012, il governo siriano chiederà di nuovo l’inclusione di quei gruppi dell’opposizione che hanno già respinto i risultati della riunione di Riyad.

Sarebbe interessante chiedere al governo siriano di fornire un elenco delle forze di opposizione che potrebbe accettare come rivali sul tavolo dei negoziati. Anche se il mosaico dell’opposizione siriana è complicato, esso è generalmente costituito da esiliati della Coalizione Nazionale Siriana (SNC) e del suo braccio militare, l’Esercito Siriano Libero, e da numerosi gruppi islamici ribelli (esclusi naturalmente Daesh e Fronte al-Nusra). Tutte fazioni che sono state rifiutate dal governo siriano.

Il regime di Assad è la fonte di ogni paura. Senza stabilire tale fatto e agire di conseguenza, i quasi cinque anni di guerra in Siria non giungeranno al termine. Ammorbidire la posizione internazionale su Assad è l’errore più grande che gli Stati Uniti e gli altri attori chiave abbiano fatto nel gestire la questione siriana. La partenza di Assad sarebbe d’altronde sicuramente il fattore unificante per tutti i gruppi di opposizione.

Raed Omari è un giornalista, analista politico e parlamentare giordano, esperto di affari politici locali e regionali.

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