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Perché i musulmani si sentono in dovere di chiedere perdono per i crimini di Daish?

Goud.ma (25/09/2014). Sintesi di Roberta Papaleo.

Perché si richiede ai musulmani di dissociarsi dall’uccisione di Hervé Gourdel in Algeria? Perché alcuni musulmani sentono la necessità di condannare, più duramente di altri, questo atto odioso? Perché alcuni musulmani inglesi hanno lanciato una campagna anti-terrorista usando l’hashtag #notinmyname?

Perché ci aspettiamo che i musulmani lo facciano? La logica che c’è dietro tutto questo è terribile.

Tale logica presuppone infatti che i musulmani siano, per definizione, solidali con le azioni dei terroristi. Presuppone che ogni musulmano sia legato al terrorismo islamista e che quindi debba pubblicamente spezzare questo legame. Presuppone un sospetto a priori, un sospetto a volte esplicito, ma per la maggior parte nascosto, anzi interiorizzato dagli stessi musulmani.

Questa logica deriva da ciò che si chiama, per mancanza di altra definizione, “islamofobia”. Si è insinuata ovunque. È una logica folle, al punto da immaginare che l’islam costituisca un’identità a parte.

Quindi, follia contro follia, ecco alcuni esempi di dissociazioni che potrebbero essere state richieste, e non lo sono state, chissà perché.

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