La decisione di bloccare il canale satellitare aveva diviso l’opinione pubblica, tra chi vedeva la decisione come una giusta mossa di “pulizia” del paese (accusando ‘Okasha di seminare odio tra gli egiziani e di rappresentare il vecchio regime) e chi ha invece urlato ad una pericolosa deriva autoritaria. Il presidente Morsi ha infatti mandato segnali contrastanti sulla sua effettiva intenzione di proteggere la libertà di stampa e di espressione. Sebbene si impegni spesso pubblicamente a garantire tali libertà, alcuni suoi provvedimenti come la sostituzione tutti i direttori dei principali giornali di stato e la consegna del Ministero dell’Informazione ai Fratelli Musulmani avevano iniziato a far preoccupare non poco gli attivisti e i giornalisti.
Come verrà quindi interpretata questa sentenza dagli egiziani? Trionfo della libertà d’espressione o scandalo di una magistratura corrotta e legata ancora al passato regime? L’episodio riporta comunque alla luce la delicata questione della libertà di stampa e d’espressione nel nuovo Egitto, dove non sembra essere ancora emerso un quadro abbastanza chiaro della situazione, quasi a voler suggerire che il paese sia ancora in una fase di transizione verso quella che potrebbe essere un genuino processo democratico o una nuova era di autoritarismo.
Luca Pavone