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L’Islam politico egiziano prende le distanze dal modello secolare turco

Hazem Farouk, membro del Parlamento egiziano del Partito di Libertà. e Giustizia

Hazem Farouk, membro del Parlamento egiziano del partito legato alla Fratellanza Musulmana, Partito di Libertà e Giustizia, è intervenuto sul dibattito in corso circa l’adozione del cosiddetto “modello turco” da parte dell’Egitto. Durante una sua visita in Turchia, Farouk ha infatti dichiarato che Ankara potrebbe rappresentare un modello di ispirazione per il nuovo Egitto, tranne che per la sua struttura secolarista.

Dall’inizio delle rivolte che hanno sconvolto il mondo arabo tra il 2011 e il 2012, la Turchia è stata additata da più parti come un esempio di riferimento per tutti i Paesi arabi in via di transizione, dando il via a un acceso dibattito interno allo stesso mondo arabo-musulmano. Durante la sua visita in Egitto nel settembre scorso, il Primo Ministro turco Recep Tayyip Erdogan aveva auspicato un modello istituzionale basato sul secolarismo, ricevendo le critiche di una buona parte della galassia dell’Islam politico egiziano.

In effetti, parlare di modello turco potrebbe essere fuorviante e, soprattutto, fuori luogo rispetto a realtà come la Tunisia e lo stesso Egitto, le quali hanno caratteristiche strutturali che le distinguono nettamente dalla Turchia, rendendo difficile una ripetizione del processo istituzionale che ha portato quest’ultima a essere strutturata come lo è oggi. I Paesi arabi partono da un percorso storico differente da quello turco e presentano caratteristiche che rendono il loro modello di Islam politico in parte alternativo a quello della Turchia. Le parole di Farouk – Segretario generale della Commissione Esteri del Parlamento egiziano – arrivano a conferma di tali differenze e sembrano far intendere per l’Egitto un cammino in parte diverso da quello di Ankara. In particolar modo, l’apparente rifiuto del principio del secolarismo sembra far sì che l’Islam politico egiziano, così come quello tunisino, cerchi di porsi come esso stesso come un modello per altre realtà arabe.

Stefano Maria Torelli

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