La prossima sfida delle donne libiche ora è assicurarsi un punto d’appoggio nel comitato di 60 membri che riscriverà la Costituzione. Ai seggi le donne sono state anche aiutate dal sistema a cerniera che richiede ai partiti di alternare tra maschi e femmine non solo all’interno delle liste, ma anche tra chi le guida. Le candidate erano 545 su un totale di 1206 seggi riservati ai partiti. Solo 85 donne su 2501 si sono arrogate il rischio di correre come candidate indipendenti. Tenendo bene a mente che in Egitto le donne parlamentari hanno conquistato meno del 2 percento dei seggi, gli osservatori internazionali stanno lodando il risultato delle donne libiche. Sabra Bano, direttrice del centro olandese con sede a L’Aia “Gender Concerns International”, dice in tal senso che “quasi il 17 percento non è affatto male”.
Da Samira Massoud, poi, viene un riferimento a Gheddafi, e in particolare allo stigma subìto dalle donne nella vita pubblica, “perché Gheddafi le usava come oggetti sessuali piuttosto che considerarle cassa di risonanza per le idee”. Riguardo le elettrici, il 45 percento dei registrati al voto erano donne (1 milione e trecento mila), molte delle quali si sono effettivamente recate a votare. Inoltre tutti i partiti erano obbligati ad includere candidate donne nelle proprie liste.