“Nature” dipinge il Libano come un “vibrante crocevia culturale tra Europa e Medio Oriente”. Bsharri e la riserva del Cedro dello Chouf hanno fatto catturare ai Saidi il “simbolo del perdurare del Libano attraverso i millenni”. Un altro luogo visitato è Ballou Balaa nella riserva naturale di Tannourine: luogo unico che ricorda il “Viaggio al Centro della Terra” di Jules Verne. La fotografia dei Saidis rende il bacino dell’abisso profondo 250 metri con bellezza ed accuratezza. “Heritage” si concentra invece sull’importanza della cultura tradizionale libanese. Manufatti di vetro e terracotta aprono “finestre sul passato” e mostrano che la manifattura locale gioca ancora un ruolo preminente nel senso d’identità degli abitanti. L’architettura dei villaggi e l’antico uso della pietra calcarea vengono poi mostrati come parte integrante del retaggio nazionale.
“Culture and Religion” è poi introdotta da un piccolo estratto de “Il Profeta” di Gibran Khalil Gibran. Le foto trasportano il lettore nelle città marittime di Tiro e Biblo, dove “rovine e strutture moderne coesistono con raffinato splendore”. Le rovine di Baalbek sono anche parte della cultura artistica del Libano: le fotografie dei Saidis hanno catturato un’esibizione del Caracalla Dance Theater, le cui performance tra le rovine nell’ambito del Baalbek International Festival, sono testimonanzia di “uno scenario maestoso”. Le immagini rese dai Saidi mostrano poi la molteplicità di chiese e moschee, e delle comunità di cristiani, musulmani e drusi che le frequentano. “Lifestyle”, parte conclusiva del volume, ritrare l’evoluzione della società libanese, “come una ruota panoramica in costante moto”.
Per Byrns “Beirut è urbana. Beirut è hip. Beirut è glamour. Beirut è prevedibilmente imprevedibile”. L’autrice scrive ancora che “i libanesi sono riusciti ad equilibrare l’amaro passato di una guerra civile settaria spietata e l’incertezza del futuro”. Lebanon: Beauty Beyond Belief è edito da Turning Point e disponibile presso la Librairie Antoine.