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Haftar a capo dell’esercito libico: sfide e doveri

Khalifa Haftar Libia

Di Hadir Mahmoud. El Badil (03/03/2015). Traduzione e sintesi di Carlo Boccaccino.

Il parlamento libico di Tobruk, riconosciuto a livello internazionale, ha annunciato la sua intenzione di ripristinare al sua partecipazione al dialogo tra le diverse fazioni in cui è diviso il Paese, sotto la sorveglianza dell’ONU. Alla luce di ciò e della persistente disgregazione dovuta alla crisi politica in Libia, il parlamento ha nominato Khalifa Haftar come comandante generale dell’esercito libico.

Khalifa Haftar LibiaIl 24 febbraio scorso il parlamento di Tobruk aveva approvato ufficialmente la legge per eleggere il generale e il presidente Aguila Salah aveva proposto personalmente la nomina di Haftar, in qualità di comandante in capo delle forze armate. Il parlamentare Saqr Jeroshi ha spiegato che “questa legge emanata dal parlamento conferisce al comandante generale poteri maggiori rispetto al comandante in capo delle forze armate e pertanto anche rispetto al ministro della Difesa, soprattutto per quanto concerne gli affari militari”. Il portavoce del parlamento Faraj Bohashim ha confermato che tutto il parlamento è d’accordo sulla nomina e che l’incarico non sarà ufficiale fino al giuramento, che avverrà nei prossimi giorni.

Per facilitare l’attribuzione dell’incarico di comandante generale, Haftar è stato prima promosso tenente generale, ma il ritardo nel rilascio della nomina ha scatenato polemiche ed interrogativi. La risposta del parlamento è stata che tale ritardo era dovuto all’opposizione angloamericana alla scelta di Haftar. A questo proposito il portavoce del parlamento ha detto: “Noi non ci facciamo mettere i piedi in testa da nessuno, soprattutto in considerazione del fatto che nominare Haftar è il minimo che si possa fare per questa persona, che ha avuto un ruolo di primaria importanza nella rivoluzione del 17 febbraio. Inoltre il fatto che conosca tutti i ranghi dell’esercito e che abbia guidato la guerra al terrorismo lo rendono perfetto agli occhi dei suoi colleghi militari e dei cittadini, terrorizzati dalle milizie armate che continuano a derubarli”.

Intanto il sito israeliano DEBKA, noto per gli stretti rapporti che intrattiene con l’intelligence militare, ha detto che “Haftar si sta coordinando con Israele per gestire le operazioni più importanti relative alla Libia e che ha incontrato i rappresentanti dell’esercito e dell’intelligence israeliani ad Amman”.

Da parte sua, il quotidiano britannico The Guardian ha affermato che la nomina di Haftar dimostra che i simboli del vecchio regime si sono riaffacciati alla vita politica e che, di conseguenza, le trattative dell’ONU per riportare la pace nel Paese rischiano di complicarsi. Il giornale ha riferito che Haftar è stato uno dei soldati dissidenti del regime Gheddafi e che attualmente sta guidando una serie di violenti attacchi, estremamente criticati, contro le forze che appoggiano gli islamisti di Tripoli e contro i terroristi. Secondo la fonte britannica, il fatto che il Governo libico abbia affidato l’esercito completamente in mano ad Haftar, implica di fatto l’approvazione delle operazioni militari da lui condotte.

Haftar dovrà risolvere il problema di riorganizzare l’esercito libico e di armarlo adeguatamente, soprattutto alla luce dell’embargo internazionale relativo alla fornitura di armi alla Libia. Il governo di Tobruk mira ad aggirare l’embargo inoltrando una richiesta formale al Consiglio di Sicurezza dell’ONU che gli permetta, in via del tutto eccezionale, di ricevere armi pesanti, anche se le perplessità angloamericane potrebbero rendere difficoltosa l’approvazione di tale richiesta.

Hadir Mahmoud è un opinionista per il sito El Badil.

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