Le modifiche costituzionali approvate dal re nel 2011 che trasferivano alcuni poteri al Parlamento, non rendevano obbligatorio la nomina del Primo Ministro attraverso la consultazione dei parlamentari, né della sua squadra ministeriale. In minino due anni, però, il Re ha supervisionato la formazione di minimo 5 governi e lo scioglimento del parlamento prima dello scadere del termine.
Non vi è alcun dubbio che le consultazioni,che si stanno svolgendo in modo molto lento ed improduttivo , si stiano scontrando con la “fragilità” dei blocchi parlamentari, a questo si aggiunge l’incapacità dei soggetti politici di affrontare il delicato momento storico, forse per la paura di prendersi la responsabilità per la fase successiva in cui si dovranno prendere difficili decisioni economiche, in virtù di un accordo con il Fondo Monetario Internazionale.