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Egitto: nessun fronte comune contro al-Sisi

Articolo di Marco Di Donato.

I Fratelli Musulmani tornano in piazza, o forse non se ne sono mai andati. Da quando il presidente Morsi è stato deposto la scorsa estate, in Egitto si è susseguita una serie di manifestazioni contro il nuovo governo, contro Adly Mansour, ma soprattutto contro il generale al-Sisi. Oggi i Fratelli Musulmani sono di nuovo in piazza, nell’ennesima giornata di protesta. Scontri si registrano in queste ore al Cairo ed altrove nel Paese. Il governo ad interim prova a rispondere utilizzando la forza, ma il fronte di opposizione ad al-Sisi si allarga sempre più. Oltre ai Fratelli Musulmani, per le strade della capitale egiziana ci sono anche attivisti afferenti a gruppi liberali e di sinistra che protestano contro le limitazioni alla libertà di espressione e manifestazione imposte dalla nuova legge recentemente emanata. Occorre tuttavia ricordare che se i Fratelli Musulmani sono in piazza per alcune specifiche motivazioni, gli altri gruppi di attivisti appartenenti ad ambienti liberali e di sinistra hanno richieste diverse e si oppongono non solo ai militari ma anche alla stessa Fratellanza. Oggi i Fratelli Musulmani protestano contro il verdetto di una corte di Alessandria che ha condannato 14 giovani donne a 11 anni di reclusione per aver organizzato una manifestazione in sostegno di Morsi dopo la sua deposizione. Oggi i Fratelli Musulmani si oppongono all’eventualità che il nuovo testo costituzionale venga definitivamente emendato ed ovviamente protestano per il processo cui il loro leader Morsi è sottoposto. Per gli “altri” invece, nonostante in linea teorica alcuen rivendicazioni potrebbero essere condivise, i Fratelli Musulmani sono anch’essi parte del vecchio regime, sono stati anch’essi responsabili di violenze ed abusi e per questo nessun fronte comune è possibile. L’altra parte della piazza dunque, quella non islamista, è in campo per ottenere un risultato diverso che prescinde tanto dalla Fratellanza quanto dall’esercito. Da oggi, ad esempio, sarà in piazza per chiedere la liberazione di Ala’a Abd El Fattah, blogger nuovamente arrestato nella sua casa dalle forze di sicurezza locali, per chiedere la fine dei processi militari a carico dei civili, per denunciare le violazioni delle forze di sicurezza. Tuttavia per al-Sisi, fino a quando questi due fronti della protesta non si uniranno (ed allo stato attuale è molto improbabile che lo facciano) non si intravedono particolari rischi ed anzi il generale, stante quest’ordine di idee, potrà ben continuare a presentarsi come l’uomo dell’ordine e della stabilità.

 

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