Articolo di Luca Pavone
Dal 2011 ogni venerdì è un’incognita in Egitto, tutti attendono con ansia la fine della preghiera per vedere cosa succederà: scontri, manifestazioni, ogni settimana è un grande punto interrogativo. Il Cairo, la città che non dorme mai deve fare i conti col coprifuoco, che di venerdì inizia alle 7, impensabile per una megalopoli che vive di notte.
Durante la settimana, i carri armati dell’esercito sono stazionati in strade secondarie ai lati degli obiettivi più sensibili, ma di venerdì escono allo scoperto presidiando gli ingressi delle piazze e delle strade principali. Quella ritrovata tregua tra popolo e polizia è solo temporanea, non c’è fiducia, è tutto nelle mani delle forze armate.
Dopo l’arresto di Mohammad Badie (la guida suprema) e della cupola che dirige la fratellanza, i seguaci dell’ex presidente Morsi si muovono allo sbando, senza coordinazione, come formiche che hanno perso la regina, orfani del sostegno popolare, in continua erosione dopo gli episodi di violenza delle ultime settimane. Oggi vogliono tornare Rabaa El Adaweya, vedremo cosa succederà.