Egli dovrà rispondere all’accusa di assalto a pubblico ufficiale. In realtà, però, questo processo rappresenta un ennesimo tentativo di soffocare le attività dei militanti politici. Il presidente del Laddh, Noureddine Benissad, ha denunciato un “restringimento delle libertà personali”ed ha osservato che ” il regime ostacola le attività delle associazioni per la tutela dei diritti umani. Il periodo che precedeva le elezioni del 10 maggio scorso il regime ha mostrato chiaramente i suoi metodi repressivi”.
Mokrane Aït Larbi coordinatore nazionale della Rete degli avvocati per la tutela dei diritti dell’uomo, è convinto che “gli attivisti devono lavorare insieme per creare nuove pratiche di protesta contro la repressione del regime”. Ha aggiunto che ” ogni giorno in Algeria le libertà individuali sono ignorate. Dobbiamo fare un passo avanti. Le organizzazioni per i diritti umani devono unirsi e portare avanti delle azioni concrete sul campo”.